La passione che arriva nel calcio è un flusso di fede che scorre nel sangue tramandato da generazioni: dai padri e dai nonni. Chi ama una qualunque squadra di calcio sa benissimo cosa vuol dire.
Ma c’è una differenza abissale tra chi ha una passione profonda, chi ha fede laziale e chi simpatizza solamente.
Il clima capitolino da quando la Lazio è stata acquistata da Lotito è diviso in fazioni. Ma questo succede da decenni, c’è sempre stato e sempre ci sarà così come nella politica, nelle religioni ed in qualunque ambito dove ci sarà sempre un capo che dirige ed uno ” staff” che lavora per portare a casa il risultato.
Nel 2019 oramai i social sono alla portata di tutti e spesso il tifo ed i pensieri personali approdano su queste piattaforme multimediali alla portata di tutti. Pensieri di piccoli profili privati e pensieri personali di grandissime pagine che si dividono in fan page, giornalisti ed EX giornalisti o semplicemente, come noi, tifosi sfegatati della Lazio.
Viaggiando tra i profili più seguiti dopo la partita contro l’Atalanta, ne abbiamo viste di tutti i colori. Partiamo dal presupposto che il match di ieri ha visto una Lazio double face con le solite lagune difensive e di concentrazione per poi ribaltarsi nel secondo tempo. Cosa che assolutamente salva il risultato ma tiene traballante ancora la fiducia dei tifosi laziali per competere a qualche obiettivo importante. Poi mettiamoci anche le dichiarazioni di Lotito, il mancato mercato etc. etc… ma il punto per ora è altro (almeno per questo “articolo”).
Saranno le passioni tramandate, saranno che vedere una partita della Lazio non è stare solo a guardare ma entrare direttamente nel campo insieme a quelle 11 maglie indossate da giocatori che indifferentemente possono essere forti o deboli calcisticamente, rimangono sempre 11 bandiere della tua fede che entrano con lo scopo di vincere un match!.
Tornando al web, che può essere anche un’arma visto che influenza molto i seguaci di una pagina fan o personaggi pubblici, abbiamo notato come ci sia un disfattismo prima che il match finisca e ci può stare. Ma un conto è la Lazialità ed un conto è simpatizzare. Si vince, si perde, si pareggia: sono le regole del calcio. In quei 90 minuti però in alcuni di questi individui ” Social” preferiscono vedere la loro fede perdere pur di scrivere un “Lotito Vattene ” sullo status. La contestazione ripetiamo c’è ed è evidente, ma un conto è farla con criterio, lealtà, un pensiero valido, con conoscenza delle cose ed un altro conto è farla per moda e consensi andando in loop come un disco rotto.
I sentimenti di quei 95 minuti di ieri sono indescrivibili e molto variabili passando dall’odio profondo all’esultanza sfegatata. Una serie di emozioni variabili peggio di una donna con il ciclo per intenderci ( non facciamo i sessisti).
Ma sfido chiunque sia cattolico ( atei mettetevi nei loro panni): Dio rimane Dio da oltre 2000 anni, la chiesa cambia e cambiano i portavoci e Papi. Uno di loro diventa un tiranno o vi fa imbestialire. Smettete di credere in Dio? Cambiate religione? Pensateci bene!
Frasi del tipo ” rimane sempre una squadra di mer*a!”, ” i due rigori sono stati regalati”, ” chi va allo stadio ama Lotito e non la Lazio (?!)”, ” La Lazio è morta nel 2004″, ” Voi tifate Lotito e la Lotitense”……
Come può un Laziale, non esultare ad una vittoria o ad un gol? Come si può sperare che la Lazio perda per accogliere più consensi per una contestazione che fanno senza logica? Che gusto c’è a spalare merda su una fede quando dovrebbe essere la stessa loro? Patenti di lazialità ne abbiamo?
Allora cari ” Haters di Lotito per moda “, fate una bella cosa, quando la Lazio scende in campo spegnete tutti i computer, scendete dalle vostre case e andate al Roma Store più vicino a comprarvi qualcosa e non rompete i coglioni a chi la Lazio la ama davvero!.
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