Ci eravamo lasciati con una notte magica passata tra un calcio spettacolare, una partita emozionante, una vittoria che farà storia e un trofeo alzato al cielo nella festa dell’Olimpico. Dopo appena una settimana, la storia è tutta diversa: i biancocelesti impattano contro la volenterosa Spal messa in campo da Semplici e all’esordio di campionato portano via un pareggio che non può e non deve soddisfare le ambizioni di questa squadra, chiamata a partire in un’altra maniera, specie in casa contro una neopromossa.

Gli ospiti hanno giocato una gran partita, al ritorno nella massima serie dopo 49 anni di assenza sono entrati in campo con la bava alla bocca e la voglia di fare il colpo gobbo, Semplici ha dimostrato subito di voler giocare a viso aperto riuscendo addirittura a sfiorare il clamoroso vantaggio col palo scheggiato da Viviani. Tanto cuore nel primo tempo, tanto coraggio e ordine nella ripresa dove gli emiliani si sono chiusi nella propria metà campo sventando gli attacchi di una Lazio spenta con un ottimo Gomis.

I biancocelesti, dal canto loro, hanno fatto meno di quanto ci si aspettava. Cresciuta col passare dei minuti, la squadra di Inzaghi si è sempre dimostrata impacciata sul più bello, intestardendosi nello sviluppo di una manovra interlocutoria e mai efficace che ha costretto i giocatori a cercare gloria dalla distanza. Tra le occasioni più importanti si registra la botta di Lulic, il colpo di testa di Milinkovic e i cross per Immobile messi in mezzo da un Basta che è forse stato il più propositivo.

Non ha inciso il giovane Palombi, alla prima opportunità in prima squadra, come non hanno fatto i cambi: con le assenze dei brasiliani Anderson e Leiva, l’allenatore si è trovato con poche soluzioni in corso d’opera per cambiare la partita, lacuna che andrebbe curata nel mercato specie se il caso Keita (come pare) non dovesse sbloccarsi da qui al 31 agosto.



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