La Lazio vince di sofferenza. Un 3 a 2 sofferto davanti a un Olimpico esaurito e in festa. Vittoria che promuove matematicamente i biancocelesti alla final four di Supercoppa Italiana con Napoli Inter e Fiorentina. A fine gara mister Sarri ha commentato così la gara:
“Che voto mi do?Mi sono stati sui coglioni per ventuno anni i voti a scuola e li lascerei perdere. Abbiamo fatto una stagione europea di scadente livello, ma abbiamo fatto un campionato di altissimo livello. Oltre tutte le previsioni. Nessuno lo ammetterà, porto le critiche di partenza dei giornali, non ci davano il settimo posto. O fanno ammissione di incompetenza o siamo andati oltre le previsioni. Per quanto riguarda la partita penso che purtroppo siamo cresciuti, ma non siamo maturi. Queste sono partite che hanno questo tipo di caratteristiche. Vanno giocate diverse e finisce quasi sempre così che devi soffrire per prendere un punto. 2 a 0 con una squadra già retrocessa, tutto semplice e facile che non ci impensieriscono. Smetti di difendere e fai il 2 a 2, ti fai gol da solo e poi per venirne a capo fai un po’ fatica. Era una storia scritta”.
EMOZIONI FORTI – “C’è da finire. Ora bisogna passare una partita difficile contro l’Empoli che ha fatto undici punti nelle ultime cinque partite, un compito difficile. Sarebbe brutto mollare a un passo da un traguardo importante per tutti. Il gusto è che quando sono arrivato due anni fa allo stadio ci stavano ventimila persone, vederlo oggi ti rendi ancora di più conto di quello che può essere il popolo laziale e di quanto amore può dare. Spero che il prossimo anno sia il più possibile come oggi, significherebbe che la squadra sta facendo bene. Sarebbe bellissimo. Dall’esterno difficilmente te ne rendi conto, poi quando vivi la lazialità da dentro ti rendi conto che tutte le etichette messe a questo popolo sono tutte false. È un grande popolo e mi ci trovo benissimo”
CALCIOMERCATO – “L’ aspetto più importante è che arrivino giocatori forti, poi vediamo come si può giocare. Gli attaccanti ti danno tanto a livello di caratteristiche. Noi abbiamo attaccanti che attaccano la profondità ed è una delle caratteristiche più belle. Sicuramente sta diventando una squadra che quando riesce a palleggiare anche dopo lunghi periodi di fraseggio, come a Udine, attraverso il possesso riesce a trovare gli spazi per rendersi pericolosa. L’importante è che arrivino giocatori forti, che ci possano dare una mano e ci possano portare a fine stagione”.
LOTITO – “Io sono venuto di mio, lo stipendio che ho accettato qui non lo avrei accettato da nessun altra parte. Era molto più alto, ma non mi interessava questo. Qui ho avuto l’impressione di tornare a fare calcio in maniera pura, cosa che negli ultimi due anni ho fatto fatica in questo. Sono venuto perché avevo bisogno di trovare il gusto del campo. Sapendo che vincere qui è difficile, se poi per trofei si intende una Coppa Italia o una Supercoppa non è che mi interessi. Serve a me per curriculum e andare in Champions per la società. Per me è molto più importante questo approccio alla stagione. La macchina vediamo, a volte è buona. Vediamo che macchina si può avere. Parliamo col presidente. Non è detto che siccome c’è un contratto bisogna proseguire insieme per forza. Sentiamo le idee che ha e se siamo tutti con le stesse come lo scorso anno, si va avanti tranquillamente. Vediamo che si può fare, ci dovrebbero essere introiti in più. Non ho nessuna intenzione di lasciare la Lazio, ma neanche di fare cose che non mi stanno più bene. Questa eventualità al momento è estremamente remota, ci sono tutti i presupposti per andare avanti insieme. So che lui non farà follie, ma questo fa parte della storia della Lazio. Se Lotito desse retta a me si spenderebbe uno o due miliardi. Il primo assalto si fa a De Bruyne, poi Haaland forse ci dovrebbe rientrare in queste cifre. Il primo passo è avere la certezza su chi rimane, se non si fa questo per andar dietro al mercato si rischia di prendere giocatori inutili alla causa. Noi in certe zone di campo siamo corti o forti, ma carenti in alcune caratteristiche”
CHAMPIONS – “La partita unica e vittime predestinate non esistono. Nessuno ci metteva dentro. Il confine sottile per noi, come dico al presidente, è farla la Champions ma per tre anni consecutivi. Allora li è la pretesa. Se inizi a creare un percorso in cui ci vai consecutivamente, allora fai il salto di qualità”
MILINKOVIC – “Futuro? Non lo so in questo momento. Il ragazzo è a scadenza e la società dovrà prendere delle decisione oltre a lui. Se si va a un prolungamento ha un senso, se dovesse andare a zero sarebbe pesante. Bisognerà capire se sarà disposto lui a prolungare. Io non l’ho visto assente, ha avuto momenti di appannamento ma è sempre uscito da momenti no. Ci ha tirato fuori dai guai”
RADU – “Ho avuto la sfortuna di conoscerlo come calciatore nella parte finale della sua carriera. La fortuna di conoscerlo come uomo, ha lealtà e correttezza. Spero rimanga nel mondo laziale, un personaggio che è stato sempre di una partecipazione e guida per il gruppo unico. Raro veramente”
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