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Alla vigilia di Lazio-Feyenoord, gara valida per la prima di Europa League, Maurizio Sarri è intervenuto in conferenza stampa insieme a Milinkovic Savic.

A ricevere le prime domande è proprio il tecnico biancoceleste.

Con quale ambizione si gioca in Europa?

L’ambizione è una, senza pensare al lungo periodo. Il primo è il passaggio del turno evitando i playoff visto che mi sembrano molto insidiosi con le squadre che scendono dalla Champions. La gara di domani è importantissima sulla carta, in Europa le partite sono tutte di grandi difficoltà.

Un po’ di turnover per testare qualcuno?

Di far vedere qualcuno non ho nessun interesse. Io li vedo tutti i giorni, ora si entra in una fase dove c’è una più forte necessità di qualche cambio. 

Un commento su Cancellieri?

Viene da una storia personale in cui ha fatto l’esterno, noi lo utilizziamo anche in quel ruolo. In allenamento prova più da attaccante, ha una gamba eccezionale, ha accelerazioni forti, è un ragazzo che riesce a calarsi nel ruolo può fare bene anche da attaccanti, non ho grandi dubbi. 

Un commento su quanto accaduto dopo Lazio-Napoli?

Quello che è successo in queste partite lo hanno visto tutti, io come responsabile ho l’obbligo di diventare i miei giocatori, la società e il popolo laziale. Lo rifarei tutta la vita, avrà del lavoro il mio avvocato. Però parliamo di Europa, meglio cambiare argomento. 

Che tipo di gara domani? Cataldi gioca domani vista la squalifica? Che prospettiva di crescita ha?

Nel calcio spesso ci sono giocatori che hanno una maturazione più lenta, Danilo forse è uno di questi. In più lui sta giocando in un ruolo che richiede esperienza, se non fai 30-40 partite di fila è difficile stare in campo in maniera giusta. Lo sta facendo molto bene, deve crescere dal punto di vista fisico, se va ad alta intensità non ha una durata lunghissima, ma mi sembra in crescita anche da questo punto di vista. Il Feyenood ha buone qualità tecniche, di palleggio, è pericolosa, dietro Danilo che è forte tecnicamente giocano con tre trequartisti di piede sinistro di ottimo livello. Ha fatto una finale europea, è ripartita benissimo, sono a un passo dall’Ajax in campionato. Fanno bene da tempo.

Che importanza ha l’Europa League nella sua testa? Quali errori non commettere?

L’ anno scorso abbiamo fatto un buon girone, era difficile, si decideva all’ultima partita, era equilibrato. Purtroppo l’ultima non l’abbiamo vinta. Anche con il Porto abbiamo fatto gare di buon livello, non siamo in un momento della stagione in cui dovremo scegliere una competizione, dobbiamo fare bene ovunque, il momento in cui si può scegliere può essere marzo. Speriamo di scegliere il più tardi possiible, vorrebbe dire arrivare in fondo su più fronti.

Vecino regista?

Vecino lo può fare, ma ci vuole grande esperienza e specificità. In alcuni momenti come nel finale col Napoli c’era meno da palleggiare, lui può farlo per fisicità e ordine. Ma al momento è una carta di riserva a gara in corso. 

Il secondo tempo col Napoli dovuto alla stanchezza o per la questione mentale?

Fisicamente non penso che abbiamo sofferto, per la qualità della corsa è stato il più alto con il Napoli che con l’Inter. Si è creata una problematica di distanze, le corse troppo lunghe per il baricentro basso, corse dispendiose e poco efficaci.

Ha più fiducia nel reggere gli impegni ravvicinati?

Lo spero, l’anno scorso abbiamo pagato più dal punto di vista mentale che fisico. Chiaro che l’Europa è una manifestazione quasi infattibile visto che non si giocano più due gare in un mese, ma quattro in questa stagione. I momenti di relativo riposo sono pochi, la possibilità di avere qualche giorno normale in più per allenarsi si sta riducendo sempre maggiormente. Non si può giocare di lunedì, non ci è mai successo l’anno scorso, a maggior ragione non accadrà in questa stagione. L’Europa League è una manifestazione molto più cattiva della Champions, chi la fa bene o male gioca venerdì o sabato, poi di martedì o mercoledì e la successiva si rientri con più riposo a disposizione. Non ci dobbiamo dare degli alibi comunque, perché alla fine le condizioni ideali in una stagione ci sono per 4-5 partite. Poi ci sono sempre delle problematiche. O il caldo, o il freddo, o la caviglia, o il ginocchio, inutile pensare ad alibi, dobbiamo concentrarci per fare bene in ogni condizione. 

Quanto conta l’Europa per far crescere la Lazio?

Io ho anche record di imbattibilità in Europa, mi sembra di 23 partite. L’Europa è sempre importante, non diamo nulla di scontato, siamo ancora nella mentalità di essere superiori ai club esteri, poi il campo dice che non è così. Le europee si esaltano, le italiane un po’ meno. Per la crescita di un club e di una tifoseria fare bene in Europa è fondamentale.

Come sta la rosa?

Non sono preoccupato, i dati fisici sono di altissimo livello, sono superiori ai dati dell’anno scorso, quando correvamo quasi più di tutti in Serie A. L’intensità e la corsa erano di qualità. Ora abbiamo medie superiori, stiamo migliorando anche per accelerazioni e punte di velocità. Io penso che le gambe siano sempre a disposizione del cervello, le gambe spesso dipendono dalla testa. Rispetto all’anno scorso dobbiamo crescere nelle prestazioni mentali. Romagnoli sta bene, ha fatto controlli di routine. 

Terminate le domande al tecnico, è la volta del Sergente Milinkovic Savic

Hai segnato il primo gol con la Lazio in Europa, che ricordi?

Ricordo bene il primo gol, sono passati tanti anni. Dobbiamo fare bene, siamo carichi per domani, non vediamo l’ora di giocare la partita. 

Come hai vissuto l’estate?

Come tutte quelle prima, parlavate sempre di altre squadre, poi è sempre iniziato un anno nuovo con la Lazio. Mi sono riposato bene, ho fatto la preparazione, penso anche di essere partito bene. Tutto qui, dobbiamo migliorare nella mentalità come visto nell’ultima gara, e torniamo sereni come sempre.

Come vedi la Lazio di quest’anno?

Abbiamo tanti giovani, ci daranno una grande mano. Il secondo anno del mister, in tanti abbiamo le idee chiare, sono arrivati i nuovi che piano piano verranno messi dentro e ci potranno aiutare.

Domani la tua 300esima con la Lazio, come è possibile che alcuni grandi club non abbiano offerto certe cifre per te?

Ho letto ieri che domani sarà la mia gara numero 300, ho in testa sempre la prima e tutti gli anni trascorsi. Sono contento di un numero così importante. Poi non so che dire, il resto è il lavoro dei miei procuratori e della società, io sono qui con il sorriso e sono a posto. 

Come vivi il rendimento delle italiane nelle coppe?

Per me ogni partita è la stessa importanza, se giochiamo in A o all’estero. Ti prepari a tutte le gare in modo uguale, parlo dal mio punto di vista, le preparo tutte così.

Come nascono giocate come quella a Marassi per Immobile?

Quelle cose arrivano in quel momento, ho visto che stava arrivando la palla, ho visto il secondo dopo, pure meno, che Ciro è partito. Speravo in un bel rimbalzo per darla di prima, è andata come volevo. Peccato per il risultato della gara. 

Se la Lazio arriva in Champions rinnovi e rimani qui?

Non penso al prossimo anno, è dura per un calciatore pensare lontano. Guardo allenamento per allenamento, partita per partita. Purtroppo solo un anno ho fatto la Champions, volevo e pensavo di più, ma so che tanti qui la vogliono fare. La rosa per me è più lunga rispetto all’anno scorso. 

Sarai uno dei pochi della Lazio al mondiale. Cosa cambia? Cosa hai imparato in più con Sarri rispetto a Inzaghi?

Guardo di arrivare a novembre pronto, con tante partite già giocate, dovrò arrivare nella migliore condizione possibile per aiutare la mia Nazionale. Con Sarri ho imparato tanto, alcune cose che mi mancavano con Inzaghi, il mister mi ha aiutato sugli aspetti tattici su cui prima non ero così bravo. 

Un commento sui gialli presi per proteste? Cosa immagini per i prossimi 7 anni? Ti piacerebbe stare alla Lazio e diventarne il capitano?

Ho preso due ammonizioni che non servivano, ma in quel momento la testa è calda, sono stati gialli stupidi. Ma vedo anche altre partite, come protestano le altre squadre. Noi abbiamo sempre qualche giallo in più rispetto alle altre. Comunque dobbiamo avere di più la testa fredda. Finché Ciro è qui non vedo possibilità di prendere la fascia, se lui rimane 7 anni sarò sempre il vicecapitano (ride, ndr)”.

Quanto hai voglia di sbloccarti in Europa. Non hai segnato negli ultimi due anni…

Anche io sento un po’ strano che non segno da così tanto tempo. L’anno scorso il girone era difficile, non ho avuto tante occasioni come in A. In Europa si fanno più calcoli sui punti, non aiuto così tanto la squadra a livello offensivo. 



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