D’Annunzio recitava cosi: “Settembre andiamo, è tempo di migrare”. Noi invece possiamo recitare cosi “Maggio andiamo, è tempo di vincere”. Già, è proprio arrivato il momento di vincere, basta chiacchiere, contano i fatti. La Coppa Italia o Tim Cup (anche se essendo un amante delle tradizioni preferisco chiamarla con il nome originale) è la prima tappa per vincere il primo trofeo dell’era Pioli. I pronostici non sono dalla nostra parte, la Juve vuole vincere la coppa nazionale per puntare al triplete, noi all’ennesimo primato cittadino nei confronti dei nostri dirimpettai giallorossi. Da grande tifoso biancoceleste mi auguro di vivere emozioni forti, di vincere contro tutto e tutti, un po’ come nel 1998 nella finale, giocata sempre all’Olimpico, contro il Milan. Arriviamo a questo appuntamento senza Biglia per infortunio, ma con la consapevolezza di giocarcela ad armi pari. In fin dei conti noi cosa abbiamo da perdere? Nulla, seppur il colpo grosso sarebbe andare in Champions da secondi ora dobbiamo scrivere un altro capitolo del nostro romanzo d’amore… si, perché questa Lazio bisogna paragonarla proprio a un romanzo d’amore, un po’ come i Promessi Sposi di Manzoni, ma anziché un matrimonio che “non s’ha da fare” qui si parla di non voler mandare in Champions la squadra che ha prodotto il miglior calcio insieme alla Juve, ma si sa che il bene trionfa sempre sul male.
Non ci resta che attendere 95 minuti o forse più della finale di mercoledì per vedere quale epilogo avrà questo nostro infinto romanzo d’amore almeno per la coppa, per il campionato possiamo anche attendere 180 minuti!
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