Sono ormai più di 12 anni che Claudio Lotito è alla guida della Lazio. Per certi versi sembra ieri, quel 31 Agosto 2004 in cui Lotito acquistò i famosi 9 giocatori per completare la rosa, e invece sono passati già 12 anni, in cui la Lazio ha ottenuto risultati molto altalenanti in Campionato (media ottavo posto), con solo due partecipazioni alla Champions League (solo una partecipazione alla fase a gironi, nessuna alla fase ad eliminazione diretta), e sei alla Coppa UEFA/Europa League (miglior risultato quarti di finale), mentre ha ottenuto discreti risultati nelle Coppe Nazionali (vittoria di 2 Coppa Italia, di cui una storica, e 1 Supercoppa Italiana). Ma come è cambiata la Lazio di Lotito in questi anni? Si può fare una riflessione per constatare se la Lazio di oggi sia più forte della prima Lazio di Lotito o viceversa; per fare questo, è bene innanzitutto ricordare l’undici titolare della Lazio 2004-2005 e quello della Lazio 2016-2017:

LAZIO 2004-2005 (4-4-2): Peruzzi; Oddo, Couto, Siviglia, Zauri; A. Filippini, Giannichedda/Dabo, Liverani, Cesar/E. Filippini; Di Canio, Rocchi. All. Caso/Papadopulo

LAZIO 2016-2017 (4-3-3): Marchetti; Basta, De Vrij, Bastos, Lukaku; Parolo, Biglia, Milinkovic/Lulic; Anderson, Immobile, Keita. All. Inzaghi

Sul portiere non c’è molto da discutere: Angelo Peruzzi è stato uno dei più forti portieri d’Italia e in quella Lazio, martoriata dalle troppe cessioni dell’estate, era un punto di riferimento in campo e fuori e dava quelle garanzie che Marchetti ha dato alla Lazio nei primi anni ma che adesso non riesce più a dare appieno; per quanto riguarda la difesa, invece, la Lazio di oggi ha i difensori centrali più forti, sperano che De Vrij-Bastos possa diventare una grande coppia difensiva, decisamente più forte di Couto-Siviglia, mentre ha probabilmente i terzini più deboli, perché anche se Lukaku da quanto visto in queste prime giornate promette molto bene, Basta non sta offrendo più troppe garanzie, mentre la Lazio di 12 anni fa poteva contare su un terzino destro del livello di Massimo Oddo e a sinistra su un’altra colonna come Zauri. Da questo punto in poi diventa complicato fare paragoni esatti, perché mettiamo a confronto due squadre con moduli diversi, anche se in ogni caso viene fuori un divario evidente: a centrocampo, la Lazio di oggi, con un regista come Biglia e una mezzala come Parolo, ha sicuramente la meglio su quella di allora, fermo restando il cuore che i gemelli Filippini mettevano in campo in ogni partita; forse invece merita un approfondimento il reparto offensivo: questa Lazio, arricchita dall’arrivo di Immobile, ha sicuramente la meglio, ma quanto manca un leader con gli attributi come Paolo Di Canio? Tanto, proprio tanto.



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