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Lazio nelle scuole, stavolta tocca a Parolo e Djordjevic
Il Tour nelle scuole della Lazio fa tappa all’Istituto Antonio De Curtis di viale San Giovanni Bosco. Si sono presentati Marco Parolo, Filip Djordjevic, il team Manager Maurizio Manzini e l’aquila Olimpia, presente a tutte le uscite di questa singolare e bella iniziativa.
Manzini apre l’evento ringraziando tutti: “Vi porto i saluti della società e vi ringraziamo. Usciamo sempre arricchiti da questi incontri. Vogliamo invitarvi a una delle nostre partite allo stadio Olimpico”, ma partono incalzanti le domande ai giocatori presenti.
Djordjevic: “Se serve collaborare con la squadra? Certo, solo tutti uniti si vince. Un giocatore non può far nulla da solo.Tanti sacrifici? sì, si è sempre lontani dalle proprie famiglie. Ma ci sono tante cose belle nel calcio”
Parolo: “È importante l’alimentazione, soprattutto più in là con gli anni. Quando sei giovane ti puoi permettere qualche dolce perché si ha un metabolismo diverso. Ma quando si è “vecchi” non si può esagerare. Altrimenti ci sono pure le multe da pagare (ride, ndr). Il percorso per diventare calciatori? Il mio è stato più lungo, sono arrivato in Serie A a 25, ho sempre avuto questo obiettivo, e ho dato sempre me stesso. Mi sono sempre divertito, questo è il segreto. Se è un peso non si va da nessuna parte. Il tifo caloroso per la Lazio lo percepisci fin da subito dalla passione della gente, anche nelle amichevoli precampionato, quando vengono in 4/5 mila persone che sono disposte a tutto pur di fare una foto con il giocatore. Prima di venire alla Lazio avevo visto dei video, ad esempio quelli dell’evento Di Padre in Figlio, in cui c’era un Olimpico pieno di gente. Questo amore si percepisce, poi spetta a noi giocatori riuscire a trascinare di più la gente, a volte ci riusciamo altre no. Ma la voglia si percepisce dalle persone anche quando andiamo in trasferta che applaude tanto”
Djordjevic: “Il mio primo gol? La sensazione più bella è quando si fa un gol. Il primo l’ho fatto tanti anni fa, è qualcosa di incredibile”
Parolo: “Il mio idolo è Gerrard, sempre stato lui. Ho avuto la fortuna di giocarci contro, è stato incredibile. Bisogna prendere ciò che hanno di positivo e farne tesoro. Giocare di squadra aiuta tantissimo, tutti rendono meglio quando si aiutano l’uno con l’altro. Per stare insieme agli altri non bisogna essere egoisti. Accettare i difetti. Se uno è più lento devi correre anche per lui. Non tenere conto dei difetti ma stimarsi l’uno con l’altro. Si deve parlare con i compagni e confrontarsi per capire come crescere”
Djordjevic: “Al di fuori del calcio, noi seguiamo il basket, l’Nba ci piace tantissimo. La mia passione per il calcio nasce da sempre, da quando ero piccolo, giocavo tutti i giorni a Football Manager, conoscevo veramente tutti i calciatori.”
Alla questione violenza, Parolo è chiaro: “A me è capitato quest’anno giocavamo in Belgio con l’Italia. Finita la partita nello spogliatoio si parlava solo di quello che era successo in Francia. Il calcio è gioia, bisogna avere rispetto e sperare che certe cose non accadano più”. Poi riprendendo sulla situazione della Lazio spiega: “Si cerca di essere compatti e di non ascoltare ciò che ci viene detto contro altrimenti si impazzisce. Non si può sempre essere al 100%, ma si può risalire con la voglia e la passione”.
Djordjevic: “Offese verso di me perchè straniero? Non mi è mai capitato, ho giocato in Francia e in Italia, ma mai successo. Sono straniero, ma il derby l’ho sentito come tutti gli altri, sappiamo che è uno dei tre più grandi derby del mondo, che è la partita più importante della stagione. Siamo sempre concentrati, è bello giocare partite del genere”
Parolo chiude l’evento parlando del fine carriera e uno sguardo verso la beneficienza: “A quarant’anni si smette, a volte anche prima. Si fa fatica a stare dietro ai giovani che hanno più energia. Uno cerca di mantenersi in forma, ma un certo punto il fisico dice “basta”. Ma i giovani devono fare bene, altrimenti i vecchietti continuano a giocare. Penso sia giusto fare beneficienza, lo facciamo come squadra ma anche personalmente. Ognuno di noi fa donazioni e aiuta gente che ha meno possibilità di noi”
Al termine, i ragazzi assediano i due protagonisti per chiedere foto e autografi, in una giornata molto bella all’insegna del sano sport.
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