Due sconfitte pesanti per il morale, per la fiducia nel progetto tecnico intrapreso, per come sono arrivate. Soprattutto. Fotocopie rappresentanti difetti atavici, una squadra che si scioglie alle prime difficoltà e non riesce a reagire. Ma ora è imperativo reagire, aggrapparsi alle qualità della Lazio, al suo pubblico, per cercare di dare una sterzata a una stagione che rischia di prendere una piega inaspettata e negativa. Il Parma, all’Olimpico, è l’occasione per tentare la ripartenza, anche perché tempo e calendario giocano a favore dei biancocelesti. C’è ancora ampio margine per rimettere in piedi la situazione, per far vedere che quelli contro Spal e Cluj sono stati solo fragorosi incidenti di percorso. Da dove ripartire dunque? Ci sono tre elementi che possono rappresentare dei blocchi di (ri)partenza.

La Lazio ha qualità, i quattro tenori devono rappresentare la base tecnica sulla quale costruire. Milinkovic, Luis Alberto, Correa e Immobile hanno fatto vedere, contro Roma e Samp, di essere l’arma in più dei biancocelesti. Si compensano, hanno qualità complementari, abbiano fisico e tecnica, si può rinunciare a loro solo davanti a cause di forza maggiore. Contro Spal e Cluj i quattro non hanno giocato insieme: a Ferrara sono partiti dall’inizio Immobile e Luis Alberto, in Romania Milinkovic e Correa. Ma se il quartetto si scioglie ecco che il rendimento cala. È forse la colpa maggiore di Inzaghi, il turnover eccessivo in questo avvio di stagione, quando sarebbe importante dare un indirizzo tecnico e di risultati alla squadra. Contro Roma e Samp i quattro hanno collezionato ogni azione pericolosa, avevano fatto a fette le difese avversarie. Contro il Parma non si potrà prescindere da loro.

La Lazio non può prescindere dalla sua gente. Domenica serve l’apporto dell’Olimpico. I 20 mila abbonati che hanno deciso di dare credito e fiducia alla Lazio sono una base importante, è necessario l’appoggio dei tifosi, nei momenti di difficoltà il pubblico Laziale ha sempre dimostrato di essere un fattore. Sarebbe importante arrivare almeno a quota 30 mila: i prezzi sono abbordabili, i settori popolari (curva e distinti) costano 10 euro, una Tevere 25. Insomma c’è margine per offrire un colpo d’occhio importante. Spinta, supporto, voglia di trascinare la Lazio fuori da un momento di difficoltà, dalle sabbie mobili nelle quali si è impantanata. Ripartire tutti insieme. La Lazio e i suoi tifosi. Il legame è indissolubile ed è tempo di dimostrarlo.

La nota positiva nella amara serata di Cluj è stato Jonathan Rodriguez Menendez. Jony ha sfornato assist a ripetizione, ha servito quello per il gol di Bastos, aveva messo due palle d’oro sulla testa di Milinkovic. Non sfruttate. Lo spagnolo è calato nella ripresa, era inevitabile visto che fino alla gara di Europa League aveva collezionato solo dodici minuti, manca ritmo partita, deve entrare in condizione. La Lazio ha finalmente trovato pericolosità da quella parte, gli esterni nel 3-5-2 sono fondamentali, vanno innescati con continuità e invece troppe volte i biancocelesti si sono ostinati ad andare per vie centrali. Jony e Lazzari devono diventare centrali nel gioco della Lazio. Manuel ancora non ha lasciato il segno, va aspettato, coinvolto anche di più. Non si mettono in dubbio le sue qualità, le ha dimostrate a sprazzi anche in queste prime partite, ma deve migliorare nella continuità di rendimento e anche sotto porta. Ha sempre sfornato assist, deve cominciare a fare anche gol. Contro il Cluj si è divorato la palla del 2-0, al derby non ha centrato la porta di testa, difetti che possono essere limati. Lazzari è il colpo dell’estate laziale, è importante che entri a pieno nel sistema di gioco di Inzaghi. Lui e Jony sono le frecce per dare velocità e imprevedibilità al gioco biancoceleste, fonti di gioco alternative al quartetto qualità. Si deve ripartire anche da loro.

AVANTI LAZIO, AVANTI LAZIALI, UNITI TUTTI INSIEME.



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