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Lazio, punti di forza e di debolezza dell’undici di Sarri
La Lazio di Maurizio Sarri è indubbiamente una delle formazioni che bisogna tenere maggiormente d’occhio in questa edizione della Serie A. Forse i biancocelesti non arriveranno a vincere lo scudetto, ma di sicuro hanno dalla loro diverse carte da giocare per centrare quantomeno la qualificazione in Champions League. Il “sarrismo” visto a Napoli non è mai stato riproposto nella capitale, eppure a questa squadra non mancano i punti di forza, a partire dalla difesa. Dopo la partenza di Acerbi, penalizzato dalla rottura con la tifoseria, la Lazio ha trovato un valido sostituto in Alessio Romagnoli, che sta formando una coppia convincente con Casale. Prima dell’interruzione del campionato a causa dei Mondiali, gli aquilotti vantavano la seconda miglior retroguardia d’Italia con appena 11 reti subite, alle spalle della sola Juventus a quota 7.
Tuttavia, una delle pecche palesate ultimamente dalla Lazio riguarda proprio l’incapacità dello schieramento difensivo a contrastare specifiche tattiche avversarie. La linea a 4 è piuttosto stretta e tende a soffrire i terzini avanzati delle formazioni che giocano invece con una difesa a 3. Di conseguenza, l’incursione dei quinti rischia di diventare ogni volta una spina nel fianco, specie quando la Lazio è costretta ad arretrare. Spesso e volentieri nemmeno gli esterni offensivi biancocelesti come Zaccagni e Pedro riescono a seguire il terzino avversario fino alla propria area, il che dà vita ad un 2 contro 1 estremamente pericoloso.
In molti altri casi in cui la Lazio non è in possesso di palla, comunque, i ragazzi di Sarri si rivelano abili a manovrare le azioni avversarie con pressing mirati e molto alti, come accaduto ad esempio in occasione del gol di Felipe Anderson che ha portato alla vittoria dell’ultimo derby da parte della Lazio. Un pizzico di cinismo non basta mai. Anche quando Immobile è rimasto fuori dai giochi per diverse settimane i biancocelesti sono riusciti a dire la loro in zona offensiva, stravolgendo però il loro credo tattico.
La centralità dell’importanza di Ciro, in ogni caso, non si discute. In questi mesi abbiamo avuto modo di apprezzare Felipe Anderson nei panni di “falso nueve”; il brasiliano è stato preferito anche a Cancellieri, che in teoria sarebbe il vero sostituto naturale della prima punta. Il problema è proprio questo: a distanza di anni, un vice-Immobile nella rosa della Lazio non c’è. D’altro canto, non è così semplice rimpiazzare uno come Immobile che proprio quest’anno è entrato nella top 10 dei goleador della storia della Serie A. Durante la sua esperienza a Napoli Sarri aveva già trasformato Mertens in finto centravanti, ma
nell’organico capitolino nessun giocatore sembra presentare le stesse caratteristiche del belga. Quella del “falso nueve” è dunque una soluzione temporanea, un palliativo.
Nonostante la vittoria della Scarpa d’oro e dell’Europeo, Immobile continua a risultare inviso a molti tifosi italiani, ma per i supporter biancocelesti rimane imprescindibile. Non a caso il suo nome è puntualmente tra i più gettonati nelle quote sul capocannoniere della Serie A, titolo conquistato già 4 volte in carriera. La sosta dei Mondiali si rivelerà dunque utile per ritrovare un Ciro nel pieno delle forze a inizio gennaio. La Lazio è attesa da due impegni abbordabili contro Lecce ed Empoli, ma ad 11 lunghezze dalla vetta non è ammesso abbassare la guardia. Anche i punti deboli dovranno trasformarsi in punti di forza.
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