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Lazio, saranno bastati quattro giorni a Norcia?

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Lazio: Scarico post-delusione e problemi influenzali a Formello

Subito dopo il derby l’esonero di Pioli e successivamente l’annuncio della squadra in ritiro a Norcia. Come la metti la metti, ecco che i romanisti si sono scatenati con la storia della città umbra, che per la quarta volta in stagione ritrova la banda biancoceleste, seguita per la prima volta da Simone Inzaghi; “andranno a mangiare e bere, altro che ritiro” diranno, oppure si va verso foto di Lulic in veste di “pizzicagnolo” col salame da affettare.

La nostra Lazio è ridotta a questo oppure può tornare ad essere un barlume di ciò che abbiamo visto l’anno scorso? Non penetra ottimismo, nè pessimismo, tanti silenzi e voglia di lavorare, un Inzaghi molto volenteroso e pretenzioso che vuole giocarsi le ultime sette partite da allenatore della Prima Squadra per ottenere una possibile conferma o per preparare il terreno ad un prossimo e sicuro allenatore, Mazzarri, Prandelli e Ventura tra i papabili.

Sta di fatto che la partenza da Formello era delle più fredde, tante contestazioni, alcuni giocatori che hanno provato a metterci la faccia e rendendosi disponibili di fronte ai media scalpitanti di qualche affermazione. Biglia il solito professionista, Hoedt telegrafico e ancora triste per essere stato eretto a carnefice del derby, Konko diplomatico, sono solo alcuni di quelli hanno avuto il coraggio di entrare per la porta principale. E gli altri? Di nascosto, come un gregge, hanno preferito metabolizzare nel silenzio la loro opaca prestazione e da lunedi Inzaghi sta provando a chiedere uno sforzo in più a tutti.

Certo, mentalmente è impossibile raggiungere il Milan sesto, che potrebbe voler dire Europa League tramite partite di qualificazione, ma la classifica recita circa due vittorie di distacco, senza contare il Sassuolo.. e se il Principito avesse ragione nel puntare a quella chimera? Di certo le ultime partite hanno detto l’esatto contrario. Gli allenamenti di questa settimana hanno visto il ritorno dopo quattro mesi di un Santiago Gentiletti lontano parente di quello che abbiamo visto l’anno scorso e che non ha mai smaltito al top il brutto infortunio che lo ha tenuto fuori praticamente tutta una stagione, possiamo considerare queste ricadute lievi (e a volte, normali) di quella brutta defezione fisica; torna Basta, non a pieno ritmo, ma addirittura finisce che domenica partirà dal primo minuto per sostituire un Patric che, derby a parte, è stato buono, senza prestazioni da grido ma che può essere utile per il futuro; non torna Milinkovic-Savic, o meglio vedrà almeno la panchina.

La difesa sembra essere ok (per modo di dire), con il serbo ex Udinese, Bisevac-Gentiletti al centro e Lulic al posto dell’infortunato Braafheid, fresco di compleanno; a centrocampo scricchiolano le possibilità dal primo minuto di Cataldi, troppo acerbo e forse troppo laziale per un derby così delicato tanto da aver fornito una pessima prestazione, in rampa di lancio quell’Eddy Onazi che non viene digerito più da tanti tifosi e che quest’estate potrebbe far tirare un respiro di sollievo a questi criticoni, vista la sua sicura partenza. Inamovibili Parolo e Biglia.

Klose e Candreva sembrano essere sicuri del posto, ma stavolta chi paga è Felipe Anderson e il suo posto dovrebbe essere preso da Keita, ultimamente poco utilizzato nei 90 minuti e definito da Pioli “decisivo a partita in corso”. Se non accadrà altro, tra poco la squadra romana tornerà da Norcia, dai salumi e dai silenzi, dalle polemiche con striscioni alle porte chiuse in allenamento, pronti per tentare sette prove di carattere e di riscossa e pronti a dimostrare che questa stagione si può chiudere con dignità.

Non garantiamo che questa settimana in Umbria possa essere servita a qualcosa, ma proviamo almeno stavolta ad avere un briciolo di fiducia, c’è una maglia da rispettare e da far inzuppare di sudore per questi ultimi due mesi scarsi di stagione. Il primo avversario è il più brutto, quel Palermo che ha più allenatori che giocatori, che vive una situazione di classifica allarmante e con il miglior rappresentante del gruppo fuori dai giochi, l’italoargentino Franco Vazquez che sicuramente da luglio andrà a vivere al Nord, forse a Milano, e che nel caso peggiore non vedrà la nave rosanero colare a picco.

Tentare non nuoce, ma non tentare è da codardi.. buona fortuna Inzaghino e forza ragazzi!!



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