Intervista
Lazio, senti Pulici: “Un soggetto di comune accordo tra società e tifoseria”
E’ stato ex portiere nella nostra Lazio e dirigente, ma nonostante tutto è rimasto legato ai nostri colori. Felice Pulici comprende benissimo la situazione legata alle curve e ha voluto parlarne ai microfoni di Radiosei in esclusiva.
“Come stabilito dalle organizzazioni internazionali, dovrebbe essere un soggetto individuale (nominato di comune accordo tra tifoseria e società) per rappresentare il trait d’union tra i bisogni della Curva e le condizioni imposte dalla società. Il tifoso in questo modo è rappresentato e, tramite un continuo contatto, si può trovare il percorso più adatto nello svolgimento delle manifestazioni. Non è soltanto il riempire la casella con un certo nome. D’altra parte non è esclusivamente la Federsupporter che, come struttura esterna, deve curare gli interessi del tifoso. La Roma ha trovato questa figura in Nela, nella Lazio invece non c’è volontà di parlare con i propri sostenitori. Manca una figura di dialogo condivisa perché la società non ha mai cercato un accordo e un contatto. Dovrebbe invece esserci un rapporto normale, fondamentale per avere un’immagine esemplare a livello europeo. Un nome? Potrebbe essere quello di Luigi Martini. Calveri ha esperienza e grandi competenze in ambito amministrativo, tuttavia questo ruolo potrebbe impegnarlo oltremisura e, pur conoscendo benissimo i regolamenti, potrebbe non riuscire ad arrivare un indirizzo convergente”
Pulici ha proseguito, puntando il dito sugli organi competenti: “Il Prefetto Gabrielli doveva coinvolgere ancor di più i club e capire se c’erano le basi per intervenire. Chi gestisce l’ordine pubblico, al di là delle direttive, deve infatti conoscere le esigenze della società e della tifoseria. Rimuovere le barriere rappresenterebbe uno spreco di denaro pubblico, bisognava interpellare prima chi di interesse. La settorizzazione delle curve inoltre è un provvedimento del Ministero degli Interni che avrebbe dovuto individuare i responsabili più facilmente, chiudere un intero settore adesso è un controsenso. Aumentare gli stewards comporta certamente un esborso maggiore. Potrebbe essere utile, ma è necessario rivedere le loro funzioni. Devono avere un minimo di potere per evitare che non ci sia la polizia, altrimenti non avrebbero considerazione”
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