Un altro match terminato senza bottino pieno nonostante che questa volta il punto è arrivato. Un’altra prestazione sottotono dettata dalla stanchezza fisica e mentale. L’assenza di un episodio positivo in casa Lazio manca da tempo e fino a che non possa arrivare una luce per riaccendere la lucidità del gruppo, ci saranno match dove si arrancherà sempre.
La Lazio post covid ha perso lo smacco di quando veniva spinta dal dodicesimo uomo in campo, motivazioni e obiettivi che sfumano come se la quarantena abbia spento le forze fisiche e ampliato il tono muscolare con gli infortuni. Una rosa che gioca con la spinta delle onde ma quando il mare agitato ti rema contro, la direzione prende la strada sbagliata. Giocatori contati e fisico impostato con il risparmio energetico dal primo minuto al 90esimo. Solamente ieri nel primo tempo gli uomini di Inzaghi hanno provato a ricaricarsi correndo dal primo minuto per poi spegnersi pian piano con la forma fisica. Lo si vede anche con Ciro Immobile che in più partite ha fatto sovrastare la frustrazione per l’assenza di reti portandolo a tirare di prima intenzione alla ” come va, va!” o mancando clamorosamente la porta.
Un cammino che ha fatto sognare la Lazio ed i laziali dove si è stati ad un punto dalla capolista Juventus e che ora potrebbe scemare con un quarto posto, obiettivo di inizio stagione ma che non deve essere un alibi in caso di raggiungimento.
Potrebbe essere un gol di Ciro Immobile o di Milinkovic a sbloccare il lockdown psicologico della banda di Inzaghi. La mancanza di un filtro a centrocampo, le distrazioni di Acerbi e Luiz Felipe, la mancata fiducia alle riserve come Anderson, Armini, Adekanye non aiutano molto. La rosa è stata costruita per il partenopeo e lo si è visto da inizio campionato, ma se il numero 17 non riesce a sbloccarsi non deve regnare un senso di sconfitta. Lo stesso Luis Alberto ha provato in più occasioni a suonare la carica, lo stesso Sergente anche con degli acciacchi evidenti ha fatto lo stesso ma entrambi si sono persi dopo 2 sconfitte (Milan e Lecce per poi passare a Sassuolo ed infine Udinese). Sappiamo tutti che il fisico ne risente e lo si è visto dopo 20 minuti di gioco quando sky immortala 4 giocatori della Lazio reggersi le gambe.
Ma vale per tutti, compresa la Juventus che ha scoperto di non essere invincibile al contrario della cavalcata bergamasca che sembra molto più motivata di tutti. Ed è proprio la motivazione quella che manca a Formello perchè alle parole dovrebbero susseguirsi i fatti. Basta con le solite frasi sui profili social dei giocatori dove si caricano mentalmente per poi arrivare con la testa confusa e con l’ansia da prestazione. Forse lo ha capito ieri Strakosha che nonostante le sue lacune ha salvato i biancocelesti per 5 volte dal baratro dell’ennesima sconfitta. Non vorremmo criticare nessuno ma se Parolo indossa la fascia da capitano, deve essere lui dopo Inzaghi a caricare la squadra mentalmente! Cosa che non è accaduta. Un esempio da seguire dovrà essere quello di Lazzari e Adekanye, il primo si intestardisce e corre dal primo all’ultimo minuto finchè benzina c’è, il secondo, anche se goffamente, è andato vicino al gol più volte. Serve la fame per far capire che i punti si devono portare a casa con la rabbia e l’intelligenza e non partire dal primo minuto con il ” speriamo che vinciamo “.
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