La Lazio di Cragnotti è un lungo miraggio, il calcio dei presidenti che onorano la storia della squadra è svanito. Basti vedere negli ultimi anni le nuove società subentrate tra Cinesi, Americani etc. Presidenti che non investono con un minimo di rischio, movimenti societari che cercano il minor spreco possibile trasformando una fede supportata da milioni di finanziatori ( tifosi paganti dal vivo e dalle paytv) in un’azienda che non vuole sforare il budget. Presidenti che sono indagati per spese personali con il patrimonio societario (Sampdoria). Presidenti che allontano le bandiere storiche dalla propria fede per poi non presentarsi al momento dell’estremo saluto. Presidenti che non si chiamano più così ma che diventano Gestori.
Nell’era Lotito il laziale ha visto arrivare e partire tantissimi giocatori ma sopratutto alcuni dal vero spirito biancoceleste sono stati allontanati. Giocatori arrivati da paesi lontani fin da giovani che con la scusa dei vecchi debiti lasciati “in eredità” non vogliono spendere più di un euro in più ( Avete presente le accise della benzina? Le guerre che stiamo ancora “pagando”? Sembra la stessa situazione).
Talent e trampolino di lancio. Questa è la situazione attuale della Lazio dove i giocatori non vogliono arrivare per rimanere ma solamente per cercare la gloria come un professionista vorrebbe per il suo futuro.
In questi giorni di attesa per il calciomercato sono cominciati ad uscire fuori un po’ di nomi ma molti di loro sono sconosciuti in Italia ma vengono preceduti da ” il nuovo Cavani”, “la giovane promessa”, “l’astro nascente” e così via per non dire ” ma chi cazzo è?”. Pochi sono stati i giocatori pagati poco più di 20 milioni dalla Lazio, l’ultima pazzia è stato Correa ma non si è mai arrivati sopra i 20. Forse Zarate fu la “pazzia di mercato”?
Comunque sia la gestione attuale è brava a monetizzare valorizzando alcuni giocatori basti vedere un Felipe Anderson arrivare ad 8 milioni di euro per poi incassarne 40 nel mercato in uscita. Ma tutto questo cosa porta alla Lazio?. Nulla, Inzaghi si trova con una rosa da 3 difensori e la deve assestare per un modulo a 4, giocatori che non hanno esperienza europea e si deve aggrappare solamente ai pochi pilastri che se si fermano la Lazio non incassa punti e perde idee. Magari ci sbagliamo e da Gennaio comincia la rivoluzione? Il combattimento allo strapotere del nord?
Un decennio e mezzo con questa mentalità ed azioni societarie ma nulla è cambiato e nulla si è smosso. La mediocrità nell’affrontare il mercato è rimasto quella, le aspettative di raggiungere obiettivi arrivando con la solita armata brancaleone fino all’ultimo.
Il re denaro la farà da padrone fino a quando qualche “ribelle” romperà gli schemi con un marketing adeguato e con la passione per il calcio!
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