Lazio, futuro di Adam Marusic in bilico: rinnovo o addio a parametro zero?

Un gol per dire: “Ci sono anche io”. Adam Marusic parla per sé e un po’ per tutti i gregari. Il turnover, se ragionato, può portare benefici. È stato il tema della settimana, ha generato polemiche. Di sicuro fa bene la concorrenza. Il montenegrino è apparso rigenerato, sembrava quello del primo anno laziale, corse e discese, ha pure trovato la conclusione con una certa costanza. Ha superato i problemi fisici, sta meglio, si sente rinato: “Lo scorso anno non ero al meglio, adesso mi sento in buona forma. La concorrenza di Lazzari? Per me conta stare bene e ora è così”. Ha parlato così al termine del match contro i ducali. L’arrivo di Lazzari lo ha relegato al ruolo di riserva, ha pagato una stagione negativa, la scelta di tecnico e ds di avere sulle fasce un giocatore più rapido, capace di ribaltare il fronte con maggior velocità. Marusic ha accettato le decisioni, ha abbassato la testa e ha cominciato a lavorare. Conto il Parma si sono visti i risultati, è stato tra i migliori, ha segnato, si è trovato alla grande con il suo amico Milinkovic. Marusic è il simbolo di come la concorrenza possa far bene, Inzaghi spera che la prova del 77 scuota anche Lazzari che nelle ultime uscite è apparso appannato. L’allenatore gli chiede più coraggio, intraprendenza, un po’ di spensieratezza che sembra mancargli. Sapere di avere alle spalle un giocatore pronto, in forma, potrebbe essere uno sprone.

 Discorso simile per Luiz Felipe che dopo qualche partita ai box per infortunio, insidiato nel ruolo da Bastos e Vavro, ha sfoderato una prestazione da giocatore vero. Ha affrontato Gervinho con coraggio, lo ha preso spesso alto, non l’ha fatto mai partire. È stato il migliore nel pacchetto arretrato, ha forse mandato un messaggio chiaro su quali saranno prossimamente le gerarchie sul centrodestra di difesa. La concorrenza è uno stimolo a crescere, a migliorarsi, sana pressione che spinge a lavorare sui propri limiti. Inzaghi è stato chiaro, ha una rosa da coinvolgere, chiede il massimo a ogni componente. Ci sarà spazio per tutti, non ci si può sedere sulla presunta titolarità, intoccabili non ce ne sono. Forse il solo Acerbi. Ma è un unicum. Il Leone gli stimoli se li crea autonomamente partita dopo partita, allenamento dopo allenamento. È un fenomeno sotto questo punto di vista. A sinistra c’è Jony, a destra Marusic, in mezzo Parolo, davanti Caicedo, dietro Bastos. Titolari aggiunti che devono spingere gli altri a dare il massimo. Solo così si può davvero crescere. 



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