“Mi hanno regalato una gonna celeste, ora mi manca solo la maglia, ma quella la possiede già mio fratello. Mi dispiace tanto di aver ferito l’orgoglio delle persone con la mia “battuta”, avevo già chiesto scusa, ma era importante farlo a voce così che gli altri potessero sentirlo. Non essendo tifosa, non ho compreso e forse non comprendo ancora adesso, quanto la fede dei tifosi sia viscerale.

Porterò le pasterelle a Formello; inoltre, voglio raccontare una storia vera. Io vengo da una famiglia mista, in cui mio padre e mia sorella tifano Roma e mio fratello la Lazio. Questa sua fede biancoceleste deriva dal fatto che un mio zio, che si chiamava Werther, rimase vedovo e venne a vivere con noi. Aveva un figlio da un precedente matrimonio che però non voleva assolutamente vederlo, e lui era molto dispiaciuto per questo. Mio zio regalò la prima tessera d’abbonamento a mio fratello e lo portò allo stadio, riversando su di lui la sua enorme passione per la Lazio. Più avanti mio fratello ha scoperto che il figlio del precedente matrimonio dello zio era allo stadio con lui e sedeva poche file più avanti. Grazie alle partite della Lazio, mio zio riusciva a vedere il figlio che altrimenti non avrebbe avuto altro modo di incontrare. Questa è una storia particolare e bella che non ho mai raccontato.

Non essendo dentro il calcio e non portando nel cuore nessuna squadra, non tradisco nessuno. Ho studiato la storia della Lazio grazie agli interlocutori che mi hanno scritto in maniera educata e pacata mentre ho lasciato perdere chi ha offeso la mia persona. Questo chiarimento mi ha fatto piacere umanamente perché sono una persona pacifica ed a favore della tranquillità e serenità. Ferire l’orgoglio delle persone era l’ultima delle mie intenzioni e mi dispiace molto per l’accaduto”.




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