La scomparsa tragica e improvvisa di Graziano Fiorita, preparatore atletico e fisioterapista, colonna portante della famiglia giallorossa dal 1999, ha lacerato l’anima dell’US Lecce. Ha lasciato un vuoto incolmabile e un dolore che va oltre il rettangolo verde. Di fronte a una tragedia così profonda, la richiesta del Lecce alla Lega Serie A era un grido di aiuto e di rispetto: rinviare la gara contro l’Atalanta per permettere alla squadra di elaborare il lutto e, soprattutto, partecipare all’ultimo saluto al caro Graziano.
La risposta della Lega è arrivata, rapida ma insufficiente: posticipare la gara di sole 48 ore. Una decisione calata dall’alto, che non tiene conto delle reali esigenze del club salentino e che suona come un’amara conferma di una gestione del potere lontana dalla sensibilità umana. Un torto evidente, soprattutto se confrontato con un precedente che grida vendetta.
Lutto nel Cuore del Lecce: Un Dolore Che il Calendario Non Può Cancellare
Immaginate lo stato d’animo di giocatori, staff e dirigenti. Affranti, scossi, con un dolore nel cuore e nell’anima che rende impossibile concentrarsi sul calcio. Graziano Fiorita non era un semplice collaboratore; era un punto di riferimento, una figura paterna per molti, parte integrante di un gruppo che è una vera e propria famiglia. Le lacrime e le testimonianze commosse di chi lo ha conosciuto, dai campioni di oggi alle leggende del passato, raccontano di un legame profondo che va ben oltre il campo da gioco.

La decisione di rinviare la gara a domenica, con l’autopsia fissata per lunedì e i funerali impossibili da celebrare prima, significa costringere una squadra a scendere in campo in un momento di lutto acutissimo, negandole di fatto la possibilità di essere presente per l’ultimo saluto a un membro amatissimo del proprio staff. È un’imposizione che mette gli interessi di calendario e classifica davanti al rispetto per il dolore umano.
Morte Graziano Fiorita Lecce | Due Pesi Due Misure: Il Precedente del Papa Francesco Smonta la Lega

È qui che l’indignazione del Lecce e dei suoi tifosi diventa legittima e potente. Il paragone con il rinvio delle partite per la morte di Papa Francesco è schiacciante e inchioda la Lega Serie A alle proprie contraddizioni. Ricordiamo bene quei giorni: la Lega dispose il rinvio di diverse partite, comprese quelle in programma il sabato, proprio in segno di rispetto per la figura del Pontefice e per consentire lo svolgimento dei funerali.
La cosa più rilevante? Quella decisione fu presa in autonomia dalla Lega, senza che i singoli club potessero minimamente intervenire o chiedere un rinvio “personalizzato” in base alle proprie esigenze organizzative o logistiche legate all’evento funebre. La Lega decise per tutti, rinviando le gare a dopo le esequie papali, dimostrando una sensibilità e una capacità di fermarsi ben diverse da quelle mostrate oggi.
Lega Serie A rinvio partite | Il Torto Subito dal Lecce: Giocare Col Cuore a Pezzi Prima del Funerale
Oggi, di fronte a un lutto che colpisce direttamente e in modo devastante una singola società, la musica cambia radicalmente. Al Lecce viene concesso un rinvio minimo, che non permette di partecipare al funerale del proprio preparatore. La motivazione addotta, ovvero la necessità di non alterare la “regolarità del campionato” e non penalizzare altre squadre, suona come una scusa debole e, francamente, offensiva.
Se per la morte di un Pontefice si è potuto e dovuto fermare il campionato o posticipare gare a data utile dopo il funerale, dimostrando un rispetto istituzionale sacrosanto, perché lo stesso non vale per il lutto profondo che ha colpito la famiglia del Lecce? Perché si è imposto un rinvio così stringente, che costringe la squadra a volare a Bergamo con gli occhi lucidi e la mente altrove? Il rischio paventato di uno 0-3 a tavolino e di una penalizzazione in caso di mancata presentazione ha costretto il Lecce a piegarsi, ma l’amarezza e il senso di ingiustizia rimangono intatti.
La Partenza Amara: Un Messaggio Alla Lega Calcio
Il Lecce partirà per Bergamo. Lo farà senza il consueto ritiro pre-partita, un segnale silenzioso ma potentissimo di un disagio profondo. Scenderà in campo, seppur “costretto da una decisione che ritiene abbastanza discutibile“, come trapela dall’ambiente giallorosso. Sarà la partita della rabbia, del dolore e della memoria di Graziano.
— U.S. Lecce (@OfficialUSLecce) April 25, 2025
Ma questa vicenda lascia una macchia sulla gestione del nostro calcio. La Lega Serie A ha perso un’occasione preziosa per dimostrare umanità, vicinanza e uniformità di trattamento di fronte al lutto. Il precedente del rinvio per la morte del Papa, deciso d’imperio e con ben altra flessibilità temporale, rende la rigidità mostrata verso il Lecce un torto difficile da dimenticare. Si spera che in futuro, di fronte al dolore che colpisce nel vivo le proprie associate, prevalga il rispetto per le persone sul cinismo del calendario.
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