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Lettera Shock di un papà al procuratore : “Perché mio figlio guadagna solo 1000 euro con tanti sacrifici?
Quando lo sport può diventare un lavoro i soldi cominciano ad offuscare la testa di chi lo pratica e di alcuni genitori. Ognuno di noi nella vita difende il proprio figlio ma molte volte si sorpassa il limite della decenza. In questo caso, il padre di un giocatore della primavera di un club di Serie A, scrive una lettera di chiarimenti sul perché il figlio non percepisce uno stipendio a 4 zeri specificando che ci sono tanti sacrifici. Sacrifici che a livello monetario non dovrebbero esserci visto che le società possono offrire vitto ed alloggio per chi viene da lontano. Sacrificio che non può certamente essere paragonato a chi lascia la scuola per andare a lavorare in fabrica per aiutare la famiglia o chi al termine degli studi intraprende un qualsiasi lavoro.
Le generazioni però cambiano, i vizi aumentano e spesso si entra nel ridicolo nelle richieste di denaro prima che un aspirante calciatore firmi un contratto da professionista. Ecco la lettera Shock di questo genitore e la risposta che ha ricevuto.
Gentile Procuratore,
sono il papà di un giovane calciatore del 2000 sotto contratto in serie A. Gioca in Primavera, ma è comunque già un calciatore professionista visto che riceve uno stipendio pari a € 12.524,00 netti a stagione (€ 15.929,00 lordi). Io non sono qui a rivendicare nulla di più, ma chiedo: come è possibile che un calciatore di serie A guadagni poco più di 1000 euro netti al mese? Noi non abbiamo ancora un procuratore e mi viene da pensare che forse il problema stia proprio in questo; ci sono, infatti, compagni di mio figlio che guadagnano di più e che hanno esordito in prima squadra. Mi sembra strano che un ragazzo debba fare tanti sacrifici per guadagnare meno di un operaio. Chiedo spiegazioni. Grazie se avrà la gentilezza di rispondermi. Papà di un calciatore/operaio
Gentile Papà,con gli elementi a mia disposizione, forniti da Lei dettagliatamente, ritengo che suo figlio non sia ancora stato contrattualizzato in Serie A, ma che stia ricevendo una somma di denaro che va sotto il nome di addestramento o pre-contratto. In poche parole, suo figlio è un calciatore “giovane di serie” e come tale ha diritto, essendo l’ultima stagione di vincolo, alla c.d. indennità di addestramento di cui all’art. 33 delle NOIF, senza che ciò comporti l’acquisizione dello status di professionista. Perché? Perché il calciatore, pur ricevendo mensilmente somme di denaro, il cui ammontare viene determinato dalla Lega cui appartiene la Società (in questo caso quindi la Lega di serie A), non ha ancora stipulato un contratto da calciatore professionista. Non si può, pertanto, chiamare in causa il paragone con lo stipendio di qualsiasi altro lavoratore subordinato, in quanto un giovane di serie non è ancora un calciatore dipendente della società presso la quale milita. Se il ragazzo meriterà un vero e proprio contratto da professionista occorrerà aspettare la fine di questa stagione sportiva. Nell’ultimo mese di pendenza del tesseramento quale giovane di serie, infatti, la società di suo figlio avrà diritto di esercitare il diritto di stipulare con il calciatore stesso il primo contratto da professionista di durata massima triennale. Ma attenzione: anche in questo caso lo stipendio del calciatore non è detto che sarà super soddisfacente, visto che i minimi “sindacali” dei calciatori al primo contratto non sono certamente stellari, aggirandosi sui 20 mila euro netti a stagione.
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