Intervista
L’ex Ledesma: “Attendo una nuova chiamata, il mio ruolo alla Lazio non era chiaro”
Cristian Daniel Ledesma, indimenticato ex biancoceleste, dopo la breve esperienza con i brasiliani del Santos è tornato in Italia .L’italo-argentino è in attesa di una chiamata da un club italiano o estero pronto a cominciare una nuova avventura. L’ex capitano biancoceleste ha parlato, ai microfoni di Sky Sport, proprio della sua situazione da svincolato: “Non è successo niente a gennaio, non ci sono stati né movimenti né opportunità. Guardo avanti, aspetterò qualche proposta per dimostrare quello che ancora valgo. Mi alleno tutti i giorni nella speranza che possa uscire qualcosa, purtroppo non dipende da me”.
Ledesma però non dimentica mai i nove anni, con oltre 300 presenze, passati alla Lazio. Nella stessa intervista ha voluto quindi ribadire i motivi del suo addio: “Io non avevo presunzioni alla Lazio. Non riuscivo soltanto a capire quale fosse il mio ruolo nella squadra. Se mancava Biglia o qualcun altro infatti non ero sicuro di giocare. Al di là di quello che potevo dare come persona, mi sentivo e mi sento ancora un giocatore”. Inevitabile anche un commento sulla stagione attuale: “In Europa la Lazio ha trovato squadre non abituate a difendersi. Il Galatasaray è una formazione propensa ad attaccare e concede dunque molti spazi. Quando accade i biancocelesti sanno farti male. In campionato invece, la sconfitta in Supercoppa e nel preliminare di Champions, ha comportato delle incertezze. Per questo motivo non si è mai riusciti a dare continuità ai risultati”.
Cristian si è poi espresso sul caso Totti-Spaletti : “Sto dalla parte di chi pensa che la cosa migliore sia il bene della squadra. Da fuori non si conoscono determinati fattori. Ho sfidato però spesso Spalletti e so, anche attraverso ex compagni, che è un bravissimo allenatore. I risultati danno ragione a lui”. Sul campionato, invece, questa è la sua riflessione: “Credo che sia una questione di rose, sono molto importanti gli elementi pronti a subentrare dalla panchina. È diverso infatti se ci sono dietro giocatori in grado di rubarti il posto. Sotto questo punto di vista, la Juventus è la più completa, oltre ad avere una mentalità vincente. Contro l’Inter parte da favorita. I singoli dei bianconeri possono fare la differenza. Cristian ha parlato anche del suo ex compagno Hernanes: “Ad inizio stagione non era adatto come vice Marchisio, anche se in Brasile dicevano che aveva iniziato in questo ruolo. Per esperienza personale posso dire tuttavia che non è la stessa cosa. Ora comunque ha preso consapevolezza e riesce ad esprimersi bene”. Sulla zona retrocessione poi ecco il suo pensiero: “Non ci sono formazioni che possono stare tranquille, la cosa più bella è che nessuno ha mollato. Anche il Verona, che fino ad alcune settimane fa non aveva mai vinto, si è rimesso in corsa. La Sampdoria non mi aspettavo si ritrovasse in questa posizione. Ha perso qualche cosa anche dopo il mercato di gennaio”.
L’ex laziale ha poi voluto dire la sua sui nuovi tatticismi del calcio, parlando anche di chi secondo lui gli assomiglia di più in campo: “La visione degli allenatori e dei dirigenti mira adesso ad un maggiore dinamismo e così si scelgono calciatori più muscolari. In molti hanno cambiato ruolo, un trequartista può diventare anche un mediano secondo un percorso all’inverso. Non si predilige più chi gioca in una zona da tanto tempo, ma si opta per caratteristiche diverse in una posizione non naturale. Chi si avvicina più al mio ruolo? In Italia dopo Pirlo c’è Verratti. Banega non lo scopro io, è un grandissimo giocatore. Anche Jorginho sta facendo un grandissimo campionato, si è preso il posto nonostante l’allenatore si fosse portato dietro un suo giocatore (Valdifiori, ndr)”. Infine un parere sulle Nazionali: “Sono pronto a seguire l’Argentina da lontano, l’Italia invece la vivo da qui. Conte sta facendo un ottimo lavoro, secondo me gli azzurri saranno protagonista agli Europei. L’Albiceleste ha invece tanti campioni, ma nell’ultimo anno non si è dimostrata squadra al 100 %. Deve diventare più gruppo, se manca Messi va in difficoltà”.
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