“Ho un contratto di tre anni con la Lazio. Ho fatto a Trapani la prima esperienza fuori, anche se spesso i giovani non riescono subito a emergere. Oro dopo l’infortunio sembra che le cose stiano andando per il verso giusto. Domenica sono riuscito a fare il mio quarto gol stagionale, entrando dalla panchina dopo un mese e mezzo. Mi ha ricordato quelli fatti con la Primavera. Dovrei iniziare solo a trovare un po’ di continuità, alterno prestazioni importanti ad altre opache. Con più minutaggio e meno infortuni, magari potrei tornare a dire la mia in campionati più importanti”. Inizia cosi’ Cristiano Lombardi, ex giocatore della Primavera biancoceleste e attuale attaccante dell’Ancona Calcio.
Il classe ’95 è intervenuto ai microfoni di Radiosei, esprimendo tutta la sua gioia e soddisfazione per il rientro a seguito dell’infortunio, rottura della quarta falange del piede destro, ma ha parlato anche del momento della Lazio e soprattutto di Simone Inzaghi:
“Non è una stagione positiva per la Lazio. È una squadra che meriterebbe di più, ma i risultati non stanno arrivando. È partita male, anche l’andata del preliminare faceva sperare di più. Ora serviva dare una svolta in un momento negativo. Vedremo se con questo cambio potrà esserci una serie positiva. Il derby non l’ho potuto guardare, ma lo stadio vuoto non fa di certo piacere. È il pubblico che rende questo sport il più bello del mondo. Il momento non è positivo, però la storia e la società sono importanti. Penso sia solo un anno negativo e si riuscirà a rialzare la testa”. Lombardi ha poi tracciato un ritratto di Inzaghi, suo ex allenatore a Roma: “Con Danilo (Cataldi, ndr) ci siamo sentiti ogni tanto, ora le strade si sono un po’ divise. Ci rivedremo a fine stagione per capire cosa ha provato quest’anno. Con il mister ho un ottimo rapporto, ci siamo anche visti in occasione dell’amichevole che ha giocato a Viterbo. Lui è un allenatore preparato che ha ottenuto grandi risultati. Gli faccio un grande in bocca al lupo. Il rapporto umano è tra le sue qualità più grandi, riesce ad unire al meglio un gruppo. Non mette grandi pressioni e qualsiasi problema lo affronta. Ha sempre avuto un ottimo rapporto con tutti ed è stato importante per raggiungere quei risultati. È una persona fantastica e molto aperta, anche se magari con noi ragazzi era più semplice. Ho avuto la fortuna di averlo per più anni: da lui avevamo tutto da guadagnare, potevamo rubare anche con gli occhi. A livello tattico ha sempre giocato con tre attaccanti moderni, che devono rientrare per dare una mano in fase difensiva. Chiede disposizione, corsa e qualità. È più portato alla fase offensiva, ma mi hanno detto che Farris è invece preparato su quella difensiva. È molto caratteriale e carismatico, io con qualche espulsione di troppo gli ho dato qualche gatta da pelare. Anche le stracittadine le ha vissute con grande intensità, in quegli anni abbiamo sempre vinto. Mi ricordo il primo derby, ti trascina completamente in una fase in cui devi dare tutto. Può risolvere le problematiche all’interno dello spogliatoio. Adesso deve solo dimostrare il suo valore, per lui è davvero importante. I giocatori non lo prenderanno di certo sotto gamba”.
Infine, un ritorno nella Capitale resta la sua ambizione, il suo sogno nel cassetto:
“Siamo quarti, ma il Pisa rischia la penalizzazione e possiamo diventare terzi. Spero di trascinare la squadra verso i play-off. Vivo la mia carriera giornata per giornata senza pensare troppo al futuro. Ma il sogno è che Inzaghi possa essere confermato l’anno prossimo in prima squadra e che io possa partire con lui per il ritiro”.
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