mistero sulle azioni della lazio: cambiano proprietà 2,4 milioni di titoli

Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha rilasciato un’intervista esclusiva al Tg1, rivelando il suo pensiero sulle dimissioni di Maurizio Sarri e la situazione critica della squadra.

Il presunto tradimento:

Lotito ha espresso sorpresa per le dimissioni improvvisate di Sarri, definendo l’evento “un fulmine a ciel sereno”. Ha suggerito che Sarri potrebbe essere stato tradito da alcuni comportamenti all’interno del gruppo, senza fornire ulteriori dettagli. Ha sottolineato che la situazione richiede un’analisi approfondita.

Sulla situazione della squadra:

Riguardo alle prestazioni altalenanti della squadra, Lotito ha dichiarato che la Lazio ha bisogno di affrontare la situazione con serietà e responsabilità. Ha evidenziato il contrasto tra la vittoria contro il Bayern e la sconfitta contro l’Udinese, invitando implicitamente a riflettere sui motivi dietro a tali risultati.

Il futuro allenatore:

Lotito ha rifiutato di fare il “toto-nome” riguardo al prossimo allenatore della Lazio, sottolineando invece la necessità di trovare un tecnico capace di gestire la squadra con fermezza ma anche con empatia. Ha ribadito che la squadra non può più permettersi alibi e deve assumersi le proprie responsabilità.

L’addio di Sarri non era nell’ariaUna cosa inaspettata, un fulmine ciel sereno. Stavo in Commissione di Finanza e mi hanno chiesto “Ma hai esonerato Sarri?” Gli ho risposto di no. Lui è stato un po’ tradito da alcuni comportamenti delle persone, c’è qualcosa di strisciante all’interno del gruppo. Se mi riferisco alla squadra? Io non mi riferisco a nulla. Una squadra che batte il Bayern e poi perde con l’Udinese e non è solo con l’Udinese…fatevi una domanda e datevi una risposta. Ora si prosegue fino alla fine della settimana con Martusciello, non c’è scadenza per ora.

Prossimo allenatore? Qui non siamo a Rischia Tutto a fare il toto-nome, questa squadra ha bisogno di un allenatore che nello stesso tempo utilizzi quello che si suol dire nel gergo “bastone e carota”. Oggi la squadra è arbitro di sé stessa, non ha alibi e non ha modo di scaricare su qualcuno le proprie responsabilità”.



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