LOTITO TARE

Purtroppo per la Lazio sta diventando una triste abitudine ed un triste primato, che rischia di etichettare per sempre la tifoseria biancoceleste: non è la prima volta che la Lazio deve subire una chiusura, seppur parziale dell’Olimpico, sempre per motivi razzisti. La prima volta nel lontano 2001, nel 2004 la prima volta in Europa, esperienza bissata per due giornate nella scorsa Europa League. Appelli e prese di distanza ormai non bastano più, la società si sente con le mani legate, come suggerisce l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport. Ieri Lotito non se l’è sentita di tornare sullo stesso discorso, già toccato nel Convegno di Asiago sulla riforma della Giustizia Sportiva: «Noi stiamo facendo tutto il possibile per evitare comportamenti inadeguati di una piccola frangia di tifosi. E’ provata la nostra azione continua contro razzismo e intemperanze, che senso ha farci pagare per colpe che proprio non abbiamo? La responsabilità oggettiva e l’intera giustizia sportiva vanno riformate, ma già esistono strumenti per distinguere la posizione di chi combatte le intemperanze e chi si comporta male anche per creare un danno ingente alla società». Un danno ingente all’immagine della Lazio, soprattutto a livello internazionale.

LAZIONEWS



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