Continua la lotta alla ripresa del campionato di calcio dove giocatori e alcune società spingono a ricominciare almeno gli allenamenti. In questi ultimi giorni il portavoce, o almeno l’unico presidente ad alzare la voce e metterci la faccia è stato Claudio Lotito ai microfoni della Rai:
“Dobbiamo partire da un presupposto, sappiamo con certezza che il virus non scomparirà in poco tempo quindi bisognerà imparare a conviverci. Quello che conta di più è far capire l’importanza del ruolo sociale del calcio. Se il calcio non dovesse partire avremmo danni gravi, irreparabili, per centinaia e centinaia di milioni. Quel dpcm è illogico: un giocatore di sport individuale si può allenare nei centri sportivi, quelli che praticano sport di squadra non si potranno allenare. Troveremo Immobile e Dzeko a Villa Borghese, Insigne sul lungomare Caracciolo. La cosa è assurda. Al di là della nostra posizione in classifica, io ho sempre cercato di evitare un danno irreparabile al sistema, che è inteso come tifosi e come sistema calcio nella sua totalità”.
Un ragionamento logico che ha portato comunque altre squadre a pensarla come lui come ad esempio la Roma.
Chiaramente piccoli commercianti e grandi catene sono molto danneggiati da questa situazione dove il sistema monetario si è praticamente arenato costringendo molte persone alla cassa integrazione. Squadre come la Roma hanno messo molti dipendenti in Cassa Integrazione visto che il calcio smuove migliaia di persone oltre a giocatori e presidenti. E la domanda sorge spontanea anche dal piccolo, dai magazzinieri: ” Perchè quando si parla che il calcio non deve ripartire bisogna stare zitti gridando allo scandalo mentre realtà medio piccole o grandi catene gli si da ragione?”
La verità sta anche che il pallone e lo sport professionistico è un vero e proprio lavoro che smuove anche l’economia italiana calcolando che tra diritti tv, magazzinieri, sponsor e molto altro annesso, è la seconda o terza potenza in Italia.
La colpa è di Lotito, Lotito di qua, lo scudetto alla Lazio? Interessi economici…. tante ne sono state dette. Ma Analizziamo che squadre come la Roma o il Milan che rischiano un debito fatale che può portare alla cessione dei big per evitare qualcosa di grave. Pensiamo a tutte quelle squadre di categorie minori dove un calciatore stipendiato ha una media di 1500 euro al mese senza avere bonus. Che fine farà il pallone e molte piccole società calcistiche?.
Non parliamo di iniziare tutto e subito mandando la gente allo stadio, non parliamo di mettere a rischio e pericolo la salute di un giocatore. Qui si parla di un piano messo in campo dalle società con diverse opzioni per evitare il contagio che va dalla sanificazione al ritiro TOTALE per mesi e lontano dai pericoli se eseguiti bene con controlli costanti. Un economia al collasso che può riversarsi anche su chi ha pagato un abbonamento alle tv per vedere la propria squadra che rischia di essere aumentato nelle prossime stagioni se non si ricomincia a far girare il denaro. Il rischio che moltissime persone che lavorano per le piattaforme pay tv possono seguire il destino dei “magazzinieri”.
Non stiamo dicendo come fare oppure no ma un dubbio sale, da che si pensa ad annullare una stagione per ricominciare da zero quando si potrebbe slittare? ( Domanda da ignorante eh).
Il pallone comunque è uno sport si ed un lavoro per chi ne fa parte, ma al tifoso, all’appassionato di calcio serve un qualcosa per distrarsi anche vedendo da casa uno stadio vuoto. Anche se dovessimo iniziare e la Lazio dovesse perdere punti. Non è uno sfogo di un laziale ma una richiesta da chi da casa, è fermo nei pensieri negativi che passano costantemente le tv con dibattiti su dibattiti inerente al coronavirus e che vuole tornare in quei 90 minuti per staccare la spina!
Resta Aggiornato con il nostro Canale WhatsApp! Ricordiamo che il canale è protetto da Privacy ed il tuo numero non è visibile a nessuno!Iscriviti Subito cliccando qui sul canale di Since1900