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Il patron biancoceleste Claudio LOTITO, interviene come ospite durante la trasmissione il “Processo del lunedì” in onda su Raisport 1 alle ore 21.00 e presentata da Enrico VARRIALE. Insieme a lui è ospite anche Alessandro MOGGI, presidente della Gea World e il direttore sportivo della ROMA, Walter SABATINI, inoltre in collegamento da Jesolo, interverrà anche il sindaco di Venezia Flavio TOSI.

Ci dica l’ipotetico titolo dei quotidiani di ieri, secondo Lotito? “La ripresa del cammino della Lazio”.

Rinnoverà il contratto a Olimpia? Non la vediamo più volare… “Perché ieri non ha volato scusi? Se non la vedete forse la Rai la censura, è colpa del canale, che non la riprende”.

Come mai la Lazio, pur essendo nata prima della AS Roma e quindi potendo scegliere, non ha scelto di chiamarsi Roma? “C’è un motivo, Roma è riduttivo territorialmente rispetto al Lazio, l’estensione territoriale è maggiore. Io invece mi chiedo perché voi romanisti tirate fuori la testa quando vincete e basta?”

E’ preoccupato per la Lazio che giocherà su un campo già difficile contro il Milan, in un momento in cui ci sono anche problemi con gli arbitri? “Fare trasmissioni dopo certi episodi è controproducente, si valuta a posteriori, si va in generale a creare dubbi inutili. Non credo sia positivo destabilizzare la credibilità del sistema e dell’ambiente, che sono nocive. Sono preoccupato solo per chi è preposto a giudicare la gara”.

Lei come dirigente invece non ha mai destabilizzato il sistema? “Se si hanno delle lamentele da fare, come dirigente, si fanno nelle sedi istituzionali. Certo, ognuno ha il suo carattere ma io non avrei fatto esattamente come Galliani che dal canto suo è esacerbato da molte situazioni”.

La Roma è in cima alla classifica, questione di fortuna? “Non saprei, lo dovrebbe chiedere agli interessati”.

ORE 22 – Inizia il faccia a faccia tra Walter SABATINI ed Enrico VARRIALE:

Sabatini lei lavorò con Lotito, la pagava dieci volte di meno rispetto ad ora? “Si, Lotito mi pagava meno!” (ride ndr)

Interviene il presidente della Lazio: “Io non guadagno nulla paragonato agli altri colleghi quindi, ho rinunciato anche agli emolumenti”.

Si lavora meglio con uno come Lotito o nella Roma con i proprietari oltreoceano? “L’assenza a volte è benedetta, anche per poter riparare gli errori, ma sono stato fortunato in generale a lavorare con certi presidenti, compreso Lotito”.

Sabatini, la sconfitta del 26 maggio è stata stimolante per il periodo attuale della Roma? “È già tanto essere sopravvissuti, è stato un episodio mortifero, non c’entra il 26 maggio adesso, c’è solo l’impegno verso i tifosi della Roma”.

Un gesto d’apertura verso la Lazio nel prossimo derby? “Non c’è bisogno, la Lazio è l’avversaria storica ed è la seconda squadra di Roma, va rispettata”.

Interviene LOTITO: “Dite così solo perché state in cima”

Cosa l’ha fatta arrabbiare di più di Lotito quando era il suo presidente? “Lotito è un grande presidente, imbrocca tutte le cose difficile perché ha le qualità, ma sbaglia quelle facili, come interloquire con le persone nel modo giusto”.

Torna a parlare il numero uno biancoceleste

Presidente Lotito, come è il rapporto con Agnelli, andate d’accordo? “Personalmente si, dal punto di vista societario, ognuno ha le sue idee. Sono palesi le nostre posizioni, non condivido la sua linea politica perché i confronti si fanno all’interrno e non mediaticamente su pagine e pagine di giornali. Le idee di tutti sono ben accette per accrescere il sistema. Io ho una visione istituzionale, le situazioni vanno affrontate all’interno senza ricorrere a processi mediatici inutili. Il suo apporto puà essere utile in Lega ma se fatto bene. Fare calcio a Roma con le pressioni mediatiche è difficile, bisogna farsi scivolare tutto addosso come faccio io, oppure chi subisce, diventa condizionato nelle scelte che deve fare”.

Lei che è un uomo di istituzione del calcio, è d’accordo più col punto di vista di Blatter o Platinì riguardo la discriminazione territoriale? “Nessuno dei due. Chi vive questa realtà, facendo di tutto per prevenire queste cose, non può diventare ostaggio di una sparuta minoranza, ho posto la soluzione di settorializzare ulteriormente la curva. Non può essere punita tutta se su 10mila tifosi sono solo 100 o 200 le persone colpevoli da individuare e punire. Nell’ultima partita col Legia, dopo che loro hanno creato problemi per la città di Roma, hanno chiuso lo stadio solo alla Lazio, anche se poi il delegato UEFA e l’arbitro hanno dichiarato di non aver sentito cori razzisti nel match, cori che hanno sentito solo i membri del FARE, che poi il direttore esecutivo, ha a sua volta smentito dicendo che la Lazio ha una nomea razzista in Europa. Non si possono criminalizzare le società che hanno fatto di tutto per evitare questi episodi, la colpa è della comunità poco educata. Il problema della fuga degli stadi dipende anche dalla paura di confrontarsi con certi tifosi delinquenti”.

Il ruolo degli agenti in questo calcio business è una cosa positiva o negativa? “Dipende dalle persone, come in tutte le categorie ci sono persone corrette e non. Chi mi conosce sa che faccio gli interessi della società e non scendo a patti con gli agenti, prendete quello di Yilmaz, non ho più trattato per il giocatore perché l’agente non si comportò correttamente. L’agente nasce come supporto al giocatore in merito alle norme giuridice durante la stesura del contratto, dopo 15 -20 anni si è trasformato in  imprenditore. Non a caso i giocatorisi sono spesso di proprietà dei fondi, come succede in Brasile e Argentina e ciò vìola i diritti base anche dell’uomo. Ho proposto di togliere la privativa industriale nelle man del singolo, per depotenziare il ruolo di certi agenti che addirittura firmano i contratti a nome del calciatore stesso, che diventa vittima del procuratore che li utilizza solo per trarre vantaggi economici”.

L’arrivo di Thohir all’Inter è una cosa positiva o negativa? “Economicamente è una cosa positiva perché investe grandi capitali, ma sotto l’aspetto romantico del calcio italiano, perdiamo Moratti che è un grande dirigente e gran signore, il calcio ha bisogno di denaro ma anche di valori come i suoi. Non so se resterà nella società, ma non credo”.

La Lazio è Klose dipendente? “No”.

Petkovic sarà l’allenatore della Lazio anche il prossimo anno? “Si, chi l’ha messo in discussione?”

Hernanes è in crisi, andrà via? “Non mi risulta che sia in crisi, non ha il contratto in scadenza”.

Rapporto coi tifosi è sempre difficile, nell’ultima partita Marchetti ha chiesto scusa ai tifosi è una cosa positiva o negativa? “Non ho visto la scena, in questo momento difficile è bene che tutte le forze convergano per il fine comune di raggiungere obbetitivi prefissati. La tifoserira conta, è il 12 uomo in campo, il gesto di Marchetti è compositivo”.

Sul mercato di gennaio, quanti colpi farà la Lazio? “Tutto il necessario per accrescere le potenzialità della squadra”.

Dopo la campagna acquisti estiva, ha fatto pressione su Petkovic per vedere in campo i giovani acquistati? “No, sono soddisfatto dei nuovi giocatori, come Perea, Anderson e Biglia, manca solo Vinicius a dimostrare le sue buone qualità”.

Parlando di classifica, sarebbe soddisfatto se la Lazio arrivasse a che punto? “Non faccio il mago, non faccio pronostici. Sarò soddisfatto quando raggiungeremo un traguardo importante”.

Perché non ha lo sponsor sulla maglia? A quanto la vende sul mercato? “Se la devo svendere preferisco non venderla affatto, ma preferisco usarla per fini benefici. Il valore è inferiore a quello della Roma, ma non è nemmeno quello proposto dal mercato. A 4,5 milioni la venderei, non a due”.



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