MAURIUn capitano non va mai in vacanza. Parla della sua squadra, quella con cui ha alzato la coppa. Tra i capelli ancora i coriandoli tricolore, sulle mani impressa la forma del trofeo più bello. Stefano Mauri ricarica le pile, il ritiro di Auronzo è dietro l’angolo. Ma la sua Lazio è sempre là, pensiero fisso. E’ di Lazio, della stagione appena conclusa e dei desideri da esprimere per il futuro il numero 6 ha parlato ai microfoni diLazio Style Radio 100.7.  Ecco il suo intervento riportato da Lalaziosiamonoi.it.

Ripartiamo dal gol di Lulic…
Ripenseremo a quella partita ancora per un po’ di tempo, il ricordo è ancora limpido.

Ti ritorna alla mente quell’azione, che è partita proprio dai tuoi piedi?
Ci speravamo tutti di fare questa impresa, siamo entrati nella storia. Godiamoci questo momento, almeno fino a quando non inizierà la nuova stagione, ma forse anche oltre. Ho visto le immagini delle feste dei tifosi, è bello vederli festeggiare.

Quando sei entrato in campo cosa hai pensato?
Sono entrato per dare il mio contributo. Già nel primo tempo si vedeva che eravamo più convinti di potercela fare. Siamo contenti tutti, noi giocatori come dei componenti dello staff: vincere una partita del genere è merito anche loro, che lavorano tutto l’anno per la Lazio.

Una partita che cancella un girone di ritorno altalenante?
Se devo essere sincero, non cancella del tutto una stagione che era partita con aspettative diverse. Il nostro obiettivo non era vincere lo Scudetto, ma lottare comunque per altri obiettivi. Poi questa coppa ha rasserenato gli animi, ha fatto felici i tifosi forse anche di più rispetto magari ad altri obiettivi. L’anno prossimo vogliamo iniziare come abbiamo fatto quest’anno, ma finire ancora meglio.

Cosa è successo nel girone di ritorno?
Abbiamo iniziato molto bene, poi c’è stato un periodo in cui non siamo riusciti a raggiungere i risultati che meritavamo. Ci sono stati gli infortuni, non è facile giocare ogni tre giorni: non si ha tempo per recuperare, quelli che giocano non hanno modo di riposare. Alla lunga, quando non arrivano i risultati è più difficile anche entrare in campo. Non è semplice spiegare il calo che abbiamo avuto, ma dobbiamo lavorare e migliorare da questo punto di vista.

Ha influito l’uscita dall’Europa League?
No, anche se la maniera in cui siamo usciti non è facile da digerire. Più che altro è stata una serie di situazioni. Abbiamo avuto un calo più lungo rispetto ad altre squadre proprio perché non arrivavano i risultati ed entravamo in campo poco tranquilli.

Che tipo di stagione ti aspetti, a livello generale?
Più o meno sulla falsariga di quest’anno. E’ ancora presto per parlare di squadre rafforzate. Ci sono due-tre squadre davanti, noi subito dietro. E’ ora di fare il salto di qualità e lottare per la Champions. Non è facile lottare con squadre che hanno tanti soldi, ma sappiamo di essere forti. L’obiettivo è arrivare nei primi tre posti, già nel girone d’andata di quest’anno abbiamo dimostrato di poterlo fare.

C’è una partita che vorresti rigiocare?
Rifarei la partita di andata contro il Fenerbahce, sarei contento, ma va bene così e pensiamo alla nuova stagione.

La Supercoppa Italiana potrebbe essere giocata a Roma…
Speriamo. Il 18 agosto la gente è in vacanza, ma speriamo che la gente laziale risponda come ha sempre fatto.

La fascia di capitano è gialla o verde, mentre al derby diventa rossa…
Non è un gesto scaramantico, dipende anche da chi è il capitano in quell’occasione, la scelta è del tutto casuale.



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