mauri scommesseStefano Mauri è stato intervistato dalla Gazzetta dello sport in merito al suo ottimo momento. Sembrerebbe il capitano bianco azzurro stia lanciando una frecciatina a chi sempre lo ha criticato e sopratutto a tutti coloro che lo credono colpevole nel calcioscommesse, dando il meglio di se sul campo e diventando momentaneamente capocannoniere della Lazio con ben 6 gol.
L’intervista inizia subito col suo pensiero del calcioscommesse
“Questa vicenda (l’inchiesta sulle scommesse che lo vede indagato da tre anni dalla Procura di Cremona, ndr) mi ha cambiato. La squalifica sportiva e soprattutto il carcere sono cose che mi hanno segnato profondamente e mi resteranno dentro. È qualcosa che però ti fortifica anche. Perché poi dopo non ti fa paura più nulla”
“E continuo a farlo, fiducioso che la verità venga a galla. L’inchiesta di Cremona credo sia alle battute finali. Spero nel proscioglimento, ma temo che avrò il rinvio a giudizio. Se così sarà affronterò il processo serenamente, convinto di poter dimostrare la mia estraneità. Penso di non aver fatto nulla di male. Poi è chiaro che, col senno di poi, qualcosa la eviterei di fare”
Il capitano laziale è tornato più forte di prima “costringendo” Pioli a schierarlo in ogni match grazie alla posizione acquisita da Leader
“Meriti? Un po’ l’esperienza, un po’ Pioli. Il tecnico mi fa giocare da trequartista o da attaccante esterno. Molto avanzato quindi, e da lì è più facile segnare. E poi anche l’esperienza aiuta. Qualche anno fa correvo tanto, ma spesso a vuoto e così arrivavo scarico in area. Adesso corro meno, ma mi trovo sempre al posto giusto al momento giusto”. Mauri ha poi dei ringraziamenti speciali per un suo compagno: “Poi ci sono i consigli di Klose. Campione straordinario e compagno di squadra fantastico. In allenamento è uno che ti spiega i movimenti da fare, ti aiuta a migliorare. E nel calcio c’è sempre da imparare. Anche a 35 anni. Klose e Baggio sono i giocatori più forti con cui ho giocato”. Il numero sei biancoceleste parla poi degli obiettivi della squadra che punta decisa all’Europa, ma non solo: “Sono qui dal 2006 e non ho dubbi: questa è la Lazio più forte in cui io abbia giocato. Non so se basterà per arrivare terzi perché ci sono tante squadre in grado di centrare questo piazzamento. Ma ci siamo pure noi e faremo di tutto per riuscirci. Con Reja l’abbiamo buttata per due anni, quest’anno non deve sfuggirci”
Infine guarda in avanti, una strada molto impegnativa in vista dei big match che metteranno alla prova la S.S Lazio
“Un ciclo di ferro (dopo l’Inter ci saranno Samp, Roma, Napoli e Milan, ndr) che può essere decisivo. Dobbiamo partire con il piede giusto. Vincere a San Siro non sarà facile, ma possiamo provarci. Vogliamo andare alla sosta conservando il terzo posto”. L’anno nuovo porterà anche il derby che in passato gli ha regalato la più grande gioia della sua carriera: “Manca meno di un mese, ma non si parla d’altro a Roma. La Coppa Italia conquistata sulla Roma nel 2013 è stata una gioia unica, indescrivibile. Anche le due coppe del 2009, anche il terzo posto del 2007 sono stati risultati importanti. Ma quella Coppa alzata da capitano non ha eguali”. In chiusura c’è tempo per una battuta su passato e futuro: “Rimpianti? La Nazionale. In azzurro ho giocato, ma non sono mai riuscito a trovare la continuità. Rinnovo? Ho il contratto in scadenza, di rinnovo non abbiamo ancora parlato. Ma non c’è fretta. In primavera mi vedrò con i dirigenti e decideremo assieme. Futuro? Mi piacerebbe allenare”.



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