Paolo Franzoni, attaccante, nato a Livorno il 15 gennaio 1948. Inizia la carriera calcistica nel 1965/66 nella Reggiana giocando una sola partita in serie B; l’anno dopo è già in serie A con la maglia del Torino ma non riuscirà ad esordire. Dal 1967/68 cambia più volte squadra nell’ambito del campionato cadetto passando prima al Livorno, poi l’anno successivo al Como dove segna i suoi primi gol e infine, nel 1969/70, si ferma nel Piacenza. La parentesi piacentina dura meno di tre anni, di cui gli ultimi due passati in serie C: nel novembre del 1971 è ceduto al Sorrento, trascorre quindi una stagione nel Brindisi e già nel novembre del 1973 è sul mercato: questo è il momento più importante della sua carriera perchè viene acquistato dalla Lazio, che solo l’anno prima aveva sfiorato l’impresa dello scudetto, e perchè Franzoni stesso, dopo una carriera tra B e C, ha modo di tornare nel campionato di massima serie che, non ancora ventenne, aveva vissuto da lontano giocando nel Torino.

Dopo aver collezionato un paio di panchine, il momento dell’esordio arriva poche settimane dopo il suo arrivo, il 9 dicembre 1973, e nelle condizioni più difficili: in un derby e sotto di un gol. Maestrelli lo fa entrare all’inizio del secondo tempo al posto di un evanescente D’Amico; al 46′ Frustalupi lancia Garlaschelli che dalla destra rovescia verso l’area e Franzoni dall’altra parte batte in tuffo di testa superando Conti ed entrando nel mito biancoceleste. Dopo quest’esordio da record rimane nella Lazio un’altra stagione collezionando in tutto, 20 presenze e 3 reti in Campionato e 8 presenze in Coppa Italia. Saluta la serie A nel 1975/76 riprendendo a girare tra B (Avellino e Ternana) e C (Piacenza). Da allenatore guida il Sorrento in serie C2 (1981/82). Nel 2014 è il responsabile di una squadra giovanile di Livorno.

In occasione della partita più attesa della Capitale, l’ex attaccante biancoceleste è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio ricordando l’emozione di quel giorno, il 9 dicembre del ’73, in cui conquistò il cuori dei tifosi laziali: Conservo ancora le foto e i ritagli di giornate, quel gol è un ricordo indelebile: riguardando quelle immagini mi tornano alla mente dei bellissimi momenti, anche legati ai compagni che non ci sono più. Entrai in sostituzione, nella ripresa, al posto di D’Amico. Frustalupi lanciò Garlaschelli, crossò, io colpii di testa e insaccai la palla. Pareggiammo. Poi ci pensò Giorgio a conquistare i tre punti. Domenica prossima? Speriamo di tornare in carreggiata, il primo derby lo ha vinto la Roma, mi auguro che in questa gara il risultato sia diverso. E’ una partita importante per entrambe: la Roma vuole centrare il terzo posto per tentare la Champions, e magari lanciarsi per la seconda piazza, anche se la vedo dura. La Lazio, vincendo, potrebbe riaccendere le speranze per il sesto posto, dopo il brutto epilogo europeo, nonostante rimanga un obiettivo difficilissimo”. La prima stracittadina, quasi senza rendersene conto: “Il primo derby in cui giocai, non sentii tanta pressione: non mi rendevo conto, era solo un ese che ero a Roma. Me ne resi conto il giorno dopo, poi nelle gare successive. E’ una partita che viene sentita in particolar modo dai tifosi e giocatori: me ne rendevo conto dal volto dei compagni nei giorni del ritiro, anche se io ancora non riuscivo a condividere quell’atteggiamento”Sosta per le Nazionali, molti laziali raggiungono la propria selezione, prima di rincontrarsi a Roma per preparare il derby: “Penso che non sia rischioso. Sono giocatori di esperienza che sanno gestire sé stessi nel migliore dei modi. Nel ’73 non c’erano stranieri: questi giocatori, stando in una grande società come quella laziale, riescono a caricarsi bene comprendendo il significato del derby. La Lazio affronterà la Roma che ha fatto grandi miglioramenti. Noi abbiamo vissuto un periodo altalenante, con il Milan c’è stata una ripresa psicologica: penso possa essere una spinta per approcciarsi bene alla gara”. In chiusura, Franzoni ha raccontato il proprio presente:“Faccio parte del settore giovanile dell’Armando Picchi, al momento sono sul campo a seguire una partita di due squadre di Livorno. L’Italia? Ho visto un buon Candreva, ma anche gli altri non sono stati da meno. Mi sembra che la gara sia stata affrontata nella giusta mentalità”.  



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