Conclusa la 27a giornata di campionato, la classifica recita: Juventus(64 punti), roma(50), Lazio(49), Napoli(46), Fiorentina e Sampdoria(45)…
Se qualcuno lo avesse detto ad Agosto, probabilmente sarebbe stato creduto pazzo. “Come fa una squadra arrivata a metà classifica l’ anno scorso a essere 3a a 10 giornate dalla fine del campionato?! Poi con quell’ allenatore, Pioli, famoso per le retrocessioni, dove va la Lazio?!”.
E invece é proprio dal lavoro di Pioli che parte questo “miracolo” sportivo che vede l’ armata biancazzurra a un punto dal secondo posto e che stacca le altre inseguitrici, grazie anche ai loro impegni europei.
Ma il miracolo di cui parliamo non riguarda solo i risultati, ma soprattutto il gioco espresso dalla formazione laziale: un gioco che i tifosi non vedevano da tempo o che forse non avevano mai visto, una Lazio cinica e bella da vedere, che domina in qualunque campo e che non ha paura di nessuno. Una Lazio che a 10 giornate dalla fine deve temere solo se stessa, perché nessuna altra squadra in Italia, in questo momento, sembra riuscire a esprimersi come la banda di Pioli. Ed è proprio Pioli, colui che ha insegnato ai suoi ragazzi a mettere i piedi per terra, che deve invogliare gli stessi a mantenerli. In primis a Felipe Anderson, rivelazione vera e propria di questa Lazio, che oltre ad avere un altro passo rispetto agli avversari, risulta decisivo ogni volta che scende in campo.
Ma le vittorie non vanno attribuite solo ai singoli, ma al collettivo, un mix di veterani come Mauri e Klose, giocatori che con il lavoro si sono lasciati dietro le critiche e che ora sono inamovibili ( Biglia, Basta e Marchetti per fare degli esempi) e giovani esplosi nel corso della stagione ( oltre al già citato Felipe Anderson e Cataldi, De Vrij, che di anni ne ha 23 ma si comporta come un difensore esperto, sulla trentina).
Guardando indietro la preoccupazione che la squadra si perda è lecita: i precedenti sono a sfavore della Lazio, che spesso ha buttato annate importanti a fine stagione, perdendo la possibilità di giocare l’ Europa che conta a favore dell’ Udinese. Questi precedenti sono ancora vivi nelle menti dei tifosi, ma la sensazione è che Pioli abbia impresso una mentalità vincente alla squadra, insomma che qualcosa sia cambiato…
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