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Mirra:” Non mi dispiacerebbe se Inzaghi rimanesse”. Poi parla dei Lazionali

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Vincenzo Mirra, ex difensore biancoceleste fa un punto della situazione in casa Lazio, dove la squadra capitolina ha gettato la stagione già dalla prima giornata di campionato. Un’intervista che riassume il cambio di panchina dove vede un Inzaghi adatto alla gestione della rosa laziale. Poi un breve riassunto sui nostri Lazionali:

“Finalmente è finito questo campionato, iniziato con altri presupposti e finito in maniera non bella. Inzaghi ha fatto decisamente bene per quel che era stato chiamato a fare. Bisogna fare i complimenti al mister, perché è giovane e ha tutto quello che serve per fare ancora meglio.

Vedremo se la società vorrà riconfermarlo. Stanno guardando altrove, condivido il fatto che possa fare altra esperienza in squadre dove c’è più tranquillità, però non mi dispiacerebbe se restasse. La storia sta vedendo che parecchi allenatori giovani, salendo dalla Primavera alla Prima Squadra, possano non fare bene. Inzaghi però ha fatto degnamente bene queste sei sette partite. Non bisogna bruciarlo. Sento parecchi nomi per la panchina biancoceleste, bisogna vedere che progetto vuole mettere in piedi la società. Qui è difficilissimo interpretare quali sono gli obiettivi della Lazio, per quale posizione si lotterà la prossima stagione, bisognerà essere molto chiari altrimenti si creano false illusioni per tutti, tifosi in primis.

Quindi, la società dovrà essere chiara, così da poter iniziare una stagione tutti molto più tranquilli.
Inzaghi ha dimostrato che lui sa di calcio e sa stare nel calcio, ha fatto delle scelte chiare, senza più discussioni o altro. Ha dato spazio ad alcuni giocatori che prima erano altalenanti, come se avesse giocato un mini campionato di sei partite a parte. Ha dato certezze, e portato avanti le sue idee. E’ un allenatore emergente, queste partite hanno dimostrato che, se viene messo in una società dove può lavorare senza troppa pressione, può fare veramente bene e fare un ottimo lavoro. Secondo me, ora nella Lazio sono troppe pressioni per lui, mentre in una squadra più tranquilla starebbe benissimo. Non deve avere fretta, è giovane e molto bravo, perché bruciarsi?
Parolo ha parlato di una squadra rilassata ad inizio campionto, lui è un giocatore che non può rilassarsi. Nel discorso generale che ha fatto si è segnato un autogol da solo. In questa stagione ha evidenziato una mentalità che non c’è stata, che ha penalizzato l’andamento della squadra che, dopo un terzo posto si è rilassata credendo di poter tranquillamente vincere le partite. La Juventus dopo quattro scudetti non si è rilassata, e questo è solo una mentalità vincente, di un squadra vincente in una società altrettanto vincente. Dopo un terzo posto non doveva esserci il rilassamento ma la voglia, e la fame, che la Lazio aveva la scorsa stagione. Era fondamentale continuare con quella cattiveria e arroganza. Caratterialmente invece hai dimostrato di non essere una grande squadra e il discorso di Parolo lo conferma”.
Per un Candreva lo stage in Nazionale è minimo, su Marchetti non ho nessun dubbio, ha pagato come tutti l’andamento della squadra ma è un portiere affidabile e sta bene in Nazionale. Anche Cataldi ha pagato quest’andamento, essendo giovane probabilmente ne ha risentito di più, però la scorsa stagione ha fatto molto bene. Non deve perdere le certezze. Il fatto che è stato convocato deve far capire al ragazzo che ha delle qualità importanti e non deve lasciarsi andare se per esempio viene messo in discussione. Deve avere la consapevolezza delle sue forze e deve lottare per prendersi il posto in campo.

La convocazione in Nazionale resta sempre un riconoscimento delle tue doti. Quando un calciatore raggiunge le certezze dei propri mezzi, questo darà sempre il 100% in campo.

Spesso i giovani non sono pronti per la grande piazza proprio per questo, perché nessuno deve togliergli le certezze mettendoli in discussione, quindi si devono formare e lavorare tranquilli. Anche Keita è particolarmente giovane ma non ha fatto lo step definitivo per diventare un grande giocatore. Ha grandi caratteristiche, un giocatore che fa la differenza, soprattutto in un campionato come quello italiano, attento alla fase tecnico-tattica. Ed ha ancora margini di miglioramento, quando prenderà coscienza delle potenzialità che ha, diventerà un grande giocatore. Non lo boccerei come attaccante potrà fargli bene per il seguito della sua carriera. E’ fondamentale la gestione dei giovani in una società, altrimenti rischiano di perdersi”.



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