Lazio's Miroslav Klose (C) celebrates with his teammates after scoring the 1-0 goal during the Italian Serie A soccer match between SS Lazio and Atalanta at the Olimpico stadium in Rome, Italy, 13 March 2016. ANSA/ETTORE FERRARI

Juan Carlos Morrone, ex laziale anche se ha solamente vissuto una piccola parentesi in casa biancoceleste, fa un punto della situazione ai microfoni laziali.

“La mia esperienza con la prima squadra è stata breve, dopo la Serie B ho fatto un giro in Serie A, poi sono stato esonerato.

Il primo che mi ha dato questa possibilità di allenare è stato Nanni Gilardoni, mi ha affidato i Giovanissimi biancocelesti del settore giovanile, poi ho fatto tutta la trafila fino ad arrivare alla Primavera. Un bel periodo con tante soddisfazioni.

A quel tempo si teneva conto di quelli che erano i valori dei veri laziali e del loro trascorso nella Lazio, poi ci volevano anche le qualità per continuare un percorso insieme.

Gli argentini hanno questa passione che li distingue, si somigliano molto con gli italiani, è gente caparbia, che vede questo sport con vera passione, specialmente quelli come Bielsa, che vengono da Rosario, patria del Calcio in Argentina.

Pure Flamini era di Rosario, difficilmente sbagliava un parere su un ragazzo, mi ricordo come si esprimeva, mi diceva Pipe, quello non ha l’unghia per suonare la chitarra, e voleva dire che secondo li non poteva giocare a pallone.

Lui è stato uno di quelli che andò ad osservare Wilson e Chinaglia, le relazioni furono positive e poi la Lazio li prese.

Tante cose che si dicono di Juan Carlos Lorenzo sono sbagliate, però era vero che prima delle partite faceva passare il pullman con il semaforo rosso. Ma la gallina in campo, io non l’ho mai vista.

Penso che Bielsa sia uno che vuole imporre le sue idee ad ogni costo, riesce a far fare dei campionati all’altezza a squadre che non sono quotate. Mi ricordo che anche al Marsiglia fece un girone d’andata strepitoso, poi venne a mancare qualcosa e successivamente se ne andò. Se viene a mancare la parola presa in precedenza lui prende e se ne va, per questo, credo, firma sempre per un anno. Ma basta mettersi d’accordo prima, nel momento in cui va in una squadra si deve fare come dice lui, altrimenti non firma.

Io lo incontrai con Bob Lovati a Formello quando venne con la Nazionale . Anche Crespo mi ha parlato molto bene di Bielsa. Secondo me lui sul problema della tenuta della squadra non avrà problemi, ha un equipe di collaboratori che sanno perfettamente cosa vuole, quindi li preparano bene. Il giocatore deve essere intelligente e capire quale è il credo di Bielsa, e come interpreta lui il calcio. Spesso in difesa lascia anche l’uno contro uno. Uomo contro uomo, senza coprire con l’uomo in più, per esempio, fa parte del suo gioco. E’ molto offensivo il suo modo di giocare.

Le difficoltà nel campionato italiano le troverà sicuramente, ma come le hanno trovate tutti, da Allegri a Conte. Deve adattarsi al materiale che avrà in mano, e alle caratteristiche di questi. Ma sono sicuro che lui già sa come è il campionato italiano, perché lui è uno studioso del calcio.

Sulle fasce deve avere due persone veloci, ma si ritroverà in ritiro con i giocatori che chiede.

Bielsa conosce bene Biglia, non ci saranno problemi. Speriamo che ora la Lazio riesca ad individuare gli uomini, ne servono tre o quattro, e poi la base già c’è.

L’allenatore non vince mai da solo, anzi, sono i giocatori che fanno vincere l’allenatore”.



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