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Mourinho, Zaniolo e El Shaarawy: il teatro del non calcio
Le società di calcio specialmente sul grande palcoscenico dovrebbero dare l’esempio a tutti quei ragazzini che sognano la vita da calciatore. Uno sport divenuto lavoro col passare degli anni con impegni caratteriali che dovrebbero dare l’esempio di educazione, professionalità ed impegno.
Lo Special One ci ricasca di nuovo e in mondovisione torna al suo teatro plateale davanti alle telecamere rischiando fino a 3 turni di stop per il rosso rimediato in Roma-Hellas Verona.
Un brutto gesto di protesta verso l’arbitro Pairetto dove prima scalcia il pallone con rabbia in tribuna per poi fare il gesto del telefono verso il direttore di gara. Un gesto ancora senza un significato vero e proprio in quanto poi l’allenatore giallorosso, al termine della gara, rifiuta le interviste scappando in direzione casa.
Ma la crisi giallorosso non si ferma sul campo con le solite polemiche verso i direttori di gara ma si sposta anche fuori dal campo. Nonostante fossero infortunati, al termine del match, sia El Sharaawy che Zaniolo, sono stati ripresi in una nota discoteca romana come se nulla fosse successo. Ora non vogliamo dare lezioni di vita noi ma il club giallorosso, vista e considerata la situazione delicata del momento con 4 giocatori positivi e due “assenti per infortunio” che vagano nella movida romana con il rischio di contrarre il covid anche loro, rischiano di essere multati pesantemente dal loro club.
Beh che dire? Se da una parte abbiamo un gruppo compatto che sa di sbagliare e cerca di recuperare come una famiglia, dall’altra parte c’è un’aria di guerra in casa che anima i titoli di giornali con la creatività da non prendere d’esempio
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