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Muriqi: “Alla Lazio mi sentivo una merda, per me il calcio era finito…”
Dure parole di Vedat Muriqi arrivate ai microfoni di Relevo e riportate da tuttomercatoweb. L’ex attaccante biancoceleste parla della sua avventura con la Lazio. Due stagioni dove il Kosovaro non è mai sbocciato e nonostante le critiche di Tifosi e le scelte del mister, si vedeva lontano un miglio che non fosse in condizione psico-fisica per affrontare il cammino con la Lazio.
“Quando ero in Italia ho passato momenti difficili. In Turchia le cose stavano andando bene, poi ho ricevuto la chiamata della Lazio e non ero sicuro di prendere quella decisione. In Turchia la gente mi amava e segnavo tanti gol. Ma dovevo provare quell’esperienza. La Lazio è uno dei migliori club in Italia e all’epoca era anche in Champions League. Ho deciso di partire, ma mi sono infortunato e le cose non sono partite bene. Sono tornato e ho segnato due gol, ma non mi hanno dato la possibilità di giocare. Quando stavo male giocavo anche 45 minuti, quando stavo bene non mi davano la possibilità di giocare. Sono stati due anni molto difficili”.
Rapporto con i compagni
“Con i compagni mi sono trovato molto bene, ho ancora tanti ex compagni con cui parlo spesso come Milinkovic, Marusic e Pepe Reina. Questi ragazzi mi hanno aiutato molto. Ho avuto la sfortuna di aver giocato solo quando non stavo bene. All’allenatore non piacevo e non piacevo nemmeno ai tifosi. Ma si tratta pur sempre di calcio. Quando tornavo a casa non ero felice, tornavo arrabbiato e triste. È stata una situazione molto difficile per me, poi è cambiato tutto quando sono arrivato al Maiorca in gennaio”.
La scelta della Spagna e il declino con la Lazio psicologicamente
“In quei due anni ho parlato molto con mia moglie che è più forte di me. Mi ha detto che dovevo essere forte, che dovevo essere pronto a cogliere l’opportunità. Dopo l’allenamento ho iniziato a lavorare con un preparatore atletico e in due mesi ho recuperato la forma. Anche quella mentale. Stavo solo aspettando il mio momento, che però non arrivava mai. Ci sono stati giorni in cui stavo bene e pensavo che sarei tornato presto al top come al Fenerbahce. Poi mi sono sentito una merda. Pensavo che il calcio fosse finito per me. Ero molto negativo e critico con me stesso. Poi la scelta di andare al Maiorca ha cambiato la mia vita. Non mi aspettavo di diventare un idolo qui ma fin dall’inizio ho sentito un grande affetto intorno a me. Venivo da un anno e mezzo complicato e il Maiorca aveva bisogno dei miei gol. Quando abbiamo iniziato a trattare per un contratto lungo, ho notato subito il supporto dei tifosi e questo mi ha sorpreso”.
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