Stasera la Lazio ha affrontato l’imbattibile squadra di Sarri: miglior attacco della Serie A, terza miglior difesa. I romani stanno vivendo un momento delicato, senza dieci elementi, e aveva bisogno di riscattare il pareggio di Udine e di dare una svolta al campionato.

Al 7′ un errore clamoroso di Basta facilita Higuain il quale, trovandosi in area di rigore, tira ma Marchetti è pronto. La Lazio prova a reagire e lo fa con diverse iniziative sventate spesso da Reina. Al 21′ Lulic prova a impensierire Reina, il bosniaco supera Maggio e accentrandosi tira col suo piede peggiore, il destro, ma non va.

Al 24′ arriva il gol del Napoli e la legge “Higuain contro la Lazio” non sbaglia mai: percussione discretamente semplice di Callejon che arriva addirittura sul fondo dell’area di rigore, il Pipita al primo tiro vede Marchetti che lo mura, ma un rimpallo favorisce l’argentino che segna il gol numero 12 contro la squadra romana. Non solo Candreva e compagni rimangono un po’ storditi, ma subiscono il secondo gol: Insigne con una palla lunga fantastica imbecca Callejon che supera (ben più facilmente rispetto al primo gol) la coppia Mauricio-Hoedt e con un pallonetto sventa l’uscita disperata di Marchetti.

Il Napoli è una corazzata stupenda, imprendibile a quanto pare. Dopo aver registrato l’ammonizione di Lulic, altra tegola nella Lazio: Candreva al 39′ è costretto a lasciare il campo per una distorsione alla caviglia, al suo posto entra Keita. Termina il primo tempo e i fischi alla squadra sono impietosi e, forse anche meritati.

Il secondo tempo, sinceramente non offre molto, infatti vedremo Gabbiadini per Higuain e Mauri per Klose, Lazio pasticciona seppur usi tanta buona volontà, vengono ammoniti in successione temporale Hoedt e Mauricio. E come se non bastasse, iniziano cori e ululati razzisti all’indirizzo del difensore del Napoli Koulibaly, senza contare continue discriminazioni territoriali da una parte e dall’altra, Irrati decide di applicare il regolamento internazionale e sospende momentaneamente il match limitandosi ai cori.

Ma tornare al gioco serve così poco che conviene dire che la partita finisce com’era nata, la montagna partorisce il solito topolino targato Lazio, il Napoli non fa niente di impossibile se non fare due gol e giocare al gatto col topo. E paradossalmente finisce una striscia senza sconfitte che durava da 7 partite: fischi, contestazioni, ogni argomento sembrava giusto per attaccare dai giocatori alla dirigenza.. è ora che qualcuno si renda conto di cosa abbiamo fatto anche questa sera, non solo Pioli!



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