L’addio al calcio di Alessandro Nesta è una di quelle notizie che fa male al cuore degli amanti del calcio, ma soprattutto dei tifosi laziali, per i quali è stato l’ultimo autentico capitano e che non hanno mai smaltito la delusione di vederlo partire alla volta di Milano sponda rossonera. Fino all’ultimo i sostenitori biancocelesti hanno sperato di vederlo chiudere la carriera con la maglia della squadra che lo ha consacrato come uno dei difensori più forti della storia, ma le strade di Nesta e della Lazio non si sono ricongiunte. Proprio come in quelle storie d’amore in cui ci si ama perdutamente ma per una ragione o per un’altra non si può più stare insieme.
GLI ESORDI – Alessandro Nesta, nasce a Roma il 19 marzo 1976. É originario del quartiere di Cinecittà e proviene da una famiglia storicamente laziale. Sui campetti della Capitale viene notato da Francesco Rocca che lo propone alla Roma, ma il padre, tifoso laziale doc, si oppone stoicamente e lo porta alla Lazio. Nel 1985 ha inizio la sua storia con i colori biancocelesti, con i quali disputa tutta la trafila delle giovanili, giocando in diversi ruoli, compreso attaccante e centrocampista prima di trovare la giusta collocazione al centro della difesa. Il 1993 è l’anno in cui viene aggregato alla prima squadra e l’esordio in Serie A avviene il 13 marzo 1994 in Udinese-Lazio (partita terminata 2-2), sotto la guida di Dino Zoff. É il 78′ di gioco quando Alessandro Nesta, non ancora diciottenne, rileva Pierluigi Casiraghi e inizia a scrivere la sua storia nella Prima squadra della Capitale. In quella stessa stagione vince lo Scudetto con la Primavera, allora allenata da Mimmo Caso.
LA CONSACRAZIONE – É nella stagione 1994/95 che si affaccia con più continuità alla prima squadra: gioca 11 gare mettendosi in evidenza come difensore di classe. La stagione successiva il numero di presenze cresce a 23 e lui diventa titolare inamovibile, guadagnandosi la chiamata di Arrigo Sacchi per gli Europei in Inghilterra del ’96. Viene considerato unanimemente il miglior difensore italiano e diventa uno dei leader assoluti della Lazio di Cragnotti e della Nazionale. Nella stagione 1997/98 arriva il primo trofeo: la Lazio vince la Coppa Italia battendo il Milan ed è proprio Nesta a mettere il suo sigillo vincente sulla finale di ritorno del 29 aprile 1998. Il 6 maggio dello stesso anno, arriva una grande delusione: la finale di Coppa UEFA persa a Parigi contro l’Inter del Fenomeno Ronaldo. Ad addolcire la pillola arriva la convocazione per i Mondiali di Francia, ma la sfortuna è ancora in agguato: Nesta gioca solo le prime due gare ma contro l’Austria, un brutto contrasto con Toni Polster, gli procura un tremendo infortunio al ginocchio lo mette fuorigioco per sette mesi.
I TRIONFI EUROPEI E LO SCUDETTO – Nesta ritorna a calcare il campo di gioco soltanto a dicembre del ’98, al termine di una lunga fase di rieducazione. Le sue condizioni fisiche non sono perfette, ma con le sue prestazioni, guida ugualmente la Lazio con la fascia di capitano alla rincorsa Scudetto che però sfuma in maniera incredibile all’ultima giornata (vincerà il Milan). Il 7 marzo 1999 arriva il suo primo gol in campionato, messo a segno contro la Salernitana. Al termine della stagione però c’è spazio per una grande gioia: Nesta vince i primi due trofei internazionali della Lazio e della sua carriera, la Coppa delle Coppe 1998/99, vinta al Villa Park di Birmingham contro il Mallorca, e la Supercoppa Europea conquistata contro l’invincibile Manchester United a Montecarlo. La vera soddisfazione per Nesta e per i tifosi biancocelesti arriva l’anno successivo, nella stagione 1999/2000, quando la Lazio conquista sia il campionato che la Coppa Italia. Nel 2000 vince anche la seconda Supercoppa Italiana ai danni dell’Inter.
‘I GIORNI DELL’ABBANDONO’ – Per Nesta c’è la fila: lo vogliono tutte le big italiane ed estere che bussano alla porta della Lazio con offerte esorbitanti, sempre respinte da Cragnotti. La stagione 2000/01 finisce con la Lazio al terzo posto e con l’insorgenza dei problemi economici per la società, che inizia a privarsi dei suoi assi per evitare il crollo finanziaro. Nell’estate del 2002, Cragnotti è costretto a sacrificare anche Nesta cedendolo al Milan calciatore al Milan per problemi finanziari. Nesta lascia la Lazio con uno stipendio arretrato di 2 milioni di euro, che poi, per la metà, viene convertito in azioni del club biancoceleste per appianare in parte la voragine del bilancio laziale. É l’ultimo atto d’amore di un campione immenso. Il 31 agosto quando la sua cessione diventa ufficiale, a Roma si scatena un vero e proprio putiferio: i tifosi biancocelesti danno vita a violenti scontri con la polizia in occasione di un’amichevole con la Juventus. Nesta lascia Roma dopo 9 stagioni in maglia biancoceleste in cui ha vinto 6 trofei. Lascerà un vuoto incolmabile sia a livello tecnico sia per quello che ha rappresentato: un romano, tifoso laziale, che è cresciuto e ha trionfato con i colori della propria squadra.
I TRIONFI IN ROSSONERO – Al Milan vincerà tutto: 1 Coppa Italia, 2 Scudetti, 2 Champions League, 2 Supercoppe Europee una Coppa del Mondo per Club, oltre al Mondiale tedesco del 2006. Nel luglio 2012 passa ai canadesi del Montréal Impact dove chiude la carriera.
IL FUTURO – Ieri Nesta ha giocato la sua ultima partita con la maglia degli Impact. Prima della partita gli è stato tributato un lungo applauso e lui ha ringraziato tutti per la bella esperienza, poi ha trovato anche un momento per parlare dei suoi progetti per il futuro, che stando alle sue dichiarazioni sarà ancora nel mondo del calcio: “Certamente allenerò o perlmeno ci proverò. É ancora presto per dire a che livello, ma credo di esserne capace. Adesso mi prenderò un po’ di tempo per riposarmi e poi inizierò a studiare. Non so ancora dove allenerò”. Chissà che un giorno non possa tornare nella sua città proprio per allenare la squadra per cui ha sempre fatto il tifo.
MARCO GIULIANI – Lazionews24
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