Il sito lalaziosiamonoi riporta l’intervista di Nesta ai microfoni di Radiosei nella quale il capitano storico laziale, ha raccontato il suo cammino fino ad ora e la sua voglia di ritornare in biancoceleste.

Negli Stati Uniti

“Ho cambiato paese e sono venuto a vivere qui negli Stati Uniti, sto lavorando come allenatore, l’inizio non è stato dei migliori. Stiamo cambiando alcune cose. È meglio giocare che allenare, perché in campo ti scarichi e ti rilassi. Allenare è diverso ma l’età ormai è quella, adesso piano piano cerco di iniziare a capire come funziona. Delle prime cinque partite che abbiamo disputato, abbiamo perso le ultime tre, ma qui il calcio è diverso. È molto seguito, solo che la mentalità è differente. In Italia i risultati contano molto, qui di meno. I provini funzionano a pagamento: 180 dollari per farsi esaminare. È arrivato di tutto: dal quarantenne un po’ sovrappeso al messicano con i baffoni (ride, ndr). Sono in seconda divisione, vincendo non ci si qualifica in MLS: è proprio la seconda divisione americana”

 Finale di Coppa Italia nel 1998?

Una partita unica, da tifoso trovarsi una palla così decisiva a portata di mano è incredibile. Non lo dimenticherò mai. Forse c’è qualcuno, un’entità superiore che decide il destino: in quel momento meritavo di vincere ed è arrivato quel pallone”.

Sull’addio…

“Alla Lazio ho iniziato e fatto benino, sono diventato capitano, ma quando c’è stata la crisi della società, sono entrato in crisi anche io, perché molti club mi volevano. Ogni quattro mesi mi chiamavano per vendermi, ma io dicevo di no. Poi però l’ultimo giorno sono dovuto andare via perché i conti erano in rosso. Potevo anche impuntarmi e restare ma nessuno prendeva gli stipendi da un anno sette mesi, lì capii che rischiavamo di fallire. L’ultimo giorno di mercato sono dovuto andare al Milan. Poi ognuno trae le conclusione che vuole. Al tempo non ho mai spiegato i motivi di questo addio. Come carattere sono molto orgoglioso, mi sono chiuso e non ho mai parlato. È andata così, poi ognuno è andato per la sua strada. Ho commesso qualche errore di gioventù durante quella situazione, magari se fossi stato più adulto avrei fatto in modo diverso. Le cose sono andate così: hanno venduto tutti. Avrei parlato pubblicamente della questione in televisione. Invece me ne sono andato in silenzio, beccando anche qualche insulto. Avrò comunque vivo il ricordo di quello che ho realizzato con la Lazio e del fatto che sono diventato capitano”

Ma ti hanno mai contattato per un eventuale ritorno nella Lazio?

“Nel 2007 c’era Oddo che era capitano dei biancocelesti. Ci incontrammo in Nazionale e gli chiesi, visto che ero in scadenza di contratto, di vedere la Lazio se fosse interessata. Invece poi è saltato tutto, nessuno si è mai presentato al tavolo delle trattative. Non avevo chiesto soldi né altro. Andò così e quell’anno vinsi la Champions League. Avevo fatto un periodo al Milan, stavo bene fisicamente, ma ognuno fa le sue scelte. Poi avrei avuto l’intenzione di tornare prima di partire per gli USA, ma sarei venuto a fare il pensionato, non ero più in condizione. Quindi sono andato in America. Non so se Oddo glielo abbia detto, non so se si aspettavano che chiedessi quale stipendio, non so neanche se sia arrivato il messaggio alla società o meno. Specifico che abbiamo fatto due chiacchere fra amici, Oddo ed io. Poi ognuno ha i suoi programmi e fa le sue scelte. Non posso dire che Lotito abbia rifiutato un mio ritorno”

Alleneresti in Italia in futuro?

“Sto imparando, ieri abbiamo perso contro l’Ottawa (2-0, ndr), figuriamoci se andassi ad allenare in Italia adesso, prima devo imparare qui (ride, ndr)”

Cosa ti manca di Roma?

“La prima cosa è mia madre che sta a Roma e la vedo poco, vivere all’estero mi fa male e poi mi manca tutto ciò che è Roma, il quotidiano e quello che ho vissuto fino ai 26 anni. Poi mi sono allontanato un pochino”

Ce la faresti a venire all’evento di ‘Di Padre in Figlio’ del prossimo 23 maggio?

“La situazione non è delle migliori, mi avrebbe fatto molto piacere, sarei venuto ma non posso. Verrà mio cognato che sarà allo stadio. Ci sarà la mia famiglia”

Cosa ne pensi dello stadio vuoto senza i tifosi laziali?

“Quando guardo le partite della Lazio e vedo lo stadio vuoto mi sale un po’ di tristezza. Bisogna ritrovare serenità da entrambe le parti. Anche se adesso Lazio non sta facendo bene ma tradizione e attaccamento non vanno mai persi. Uno gioca a calcio per la gente, se non c’è nessuno si può anche stare a casa. Spero che si risolva tutto da entrambe le parti. Bisogna andare oltre ai problemi e bisogna mantenere l’attaccamento alla squadra”

Avresti mai immaginato che Simone Inzaghi sarebbe diventato allenatore?

“Ho tanti compagni di squadra che hanno intrapreso la carriera d’allenatore: non me l’aspettavo. Oddo su tutti, lui che fa l’allenatore e fa così bene non me le sarei aspettato, ha cambiato tutte le logiche. Anche Inzaghi è stata una sorpresa. Mihajlovic? Non so cosa voglia fare nel suo futuro, è un allenatore importante e ha fatto bene in una piazza come Milano e tutto il contorno che c’è intorno alla città”



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