Sono arrivate le scuse è vero, sia da parte sua, sia, anche se in maniera parziale, da parte di Radio 24, emittente nazionale di proprietà del Sole 24 ore, dove Andro Merkù è intervenuto. Questo non è però bastato, minimamente, ad attenuare la rabbia, mista a sconforto, del popolo biancoceleste, che non ha creduto alla giustificazione del comico ed imitatore. “Non ero a conoscenza di tutto ciò. La parola razzo è stata pronunciata da me solo per creare la rima”. Ha sbagliato Merkù e lo sa bene. Un plauso, però, lo merita Pierluigi Pardo, che lavora per Radio 24 ed è il conduttore della nota trasmissione televisiva Tiki Taka in onda su Italia 1. Si è reso conto immediatamente che fosse successo qualcosa di molto grave, perchè in collegamento durante quell’infelice battuta c’era pure lui. Ha capito che non si poteva indugiare e si è convinto che occorresse fare qualcosa per rimediare.
“Ci siamo morsi le mani mille volte per una cosa che non doveva succedere”.
Ecco così che ieri è stato mandato in onda un servizio, durante la trasmissione “incriminata” Tutti Convocati, per scusarsi e per rendere omaggio a Vincenzo Paparelli, ucciso 37 anni fa da un maledetto razzo sparato dalla Curva Sud, da un tifoso romanista, identificato e poi condannato, in occasione di un derby. Lo stesso “razzo” usato da Merkù per comporre quel motivetto inconcepibile, che ha riaperto una ferita in realtà mai rimarginata, che non si chiuderà mai. In apertura sono stati mandati in onda gli audio originali del 28 ottobre 1979, raccontati dai giornalisti . Un brivido di terrore e di rabbia solo a risentirle quelle parole. “…La vittima Vincenzo Paparelli sposato e con due figli è morto, colpito al viso da un razzo anti grandine sparato da un apposita pistola…”
“Merkù si è scusato, la radio ha divulgato un comunicato, ma noi non volevamo che passasse solo così la questione”, ha dichiarato Pardo. “Non volevamo mettere la testa sotto la sabbia. Pensiamo che era doveroso tentare di sistemare le cose. D’ora in poi Paparelli lo ricorderemo tutte le volte che sarà possibile. Seppur inconsciamente, abbiamo sbagliato tutti“. In collegamento anche Guido De Angelis, storica voce biancoceleste, Gabriele Paparelli, figlio di Vincenzo e Riccardo Rastelli, esponente della Curva Nord. “Fu un giorno particolare, nessuno mai si immaginava di poter tornare a casa con questo fardello. Una giornata orribile. Ero presente. Non c’era più la voglia di andare allo stadio”, il ricordo di Angelis. Il momento più toccante, però, è stato quando a prender la parola è stato proprio Gabriele, che in tante, troppe occasioni ha dovuto subire oltraggi alla memoria di suo papà. Lui che usciva di notte con una bomboletta spray sotto la sella del motorino per cancellare le scritte offensive dei tifosi romanisti. Per non farle vedere a sua madre. “E’ sempre un coltello nella piaga che gira. Non riusciamo a vivere il nostro dolore in intimità. Ce n’è sempre una nuova. Un giorno un coro ‘goliardico’ con la giustificazione ‘eh ma sono ragazzi, nemmeno sanno ciò che fanno’, un altro una scritta sul muro, o un insulto nel bar. Ora Merkù, a cui comunque auguro un sereno Natale perchè son convinto che sia dispiaciuto. Sono cresciuto con gli insulti a mio papà. Non ne posso più″. Ha apprezzato il gesto, ma non ha ancora perdonato invece la Curva Nord, in prima linea sempre a difesa di Vincenzo. “Dal letame nascono i fiori, come cantava De Andrè.”, ha ricordato Pardo. “Siamo disgustati da tutto quanto”, ha dichiarato Rastelli. “In realtà anche essere qui ci fa strano. Non siamo qui a fare protagonismo di vittimismo o altro. Crediamo nella tua buonafede (riferito a Pardo n.d.r.), ma ci risulta davvero difficile credere che non controlliate i testi e che Merkù non sapesse nulla”. I dubbi restano, ma adesso lasciamo, anzi lasciate, in pace Paparelli, i razzi e qualsiasi altra parola, aggettivo o motivetto che possa in qualche modo far riferimento a quell’omicidio. Di sicuro però è stato un bel gesto quello pensato da Pierluigi Pardo. Perchè girarsi dall’altra parte e far finta di nulla, forse, sarebbe stato più semplice. E chissà che da questo errore non possa nascere qualcosa di buono per onorare Vincenzo.
Una cosa è certa: a difendere i tifosi laziali penseranno sempre e solo i tifosi laziali.
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