In occasione della partita di stasera, è intervenuto ai microfoni di Radio Incontro Olympia il doppio ex Dino Zoff.

Nato nel 1942 in Italia, dopo alcune esperienze in club come Udinese e Mantova, arrivò al Napoli alla mezzanotte dell’ultimo giorno di calciomercato per 120 milioni di lire. Difese la porta della squadra partenopea per 143 incontri,prima di essere ceduto alla Juvenuts. Nel 1983 si ritirò e un anno dopo iniziò la sua carriera da allenatore proprio con la Juventus, e nel 1990 il tecnico friulano assunse la guida della Lazio dell’allora presidente Gianmarco Calleri,con la quale ottenne nei primi due campionati dei piazzamenti di metà classifica,per poi riportare al suo terzo anno biancoceleste la squadra romana nelle coppe europee dopo quasi quindici anni, grazie al quinto posto ottenuto nel 1992-1993. Inoltre ricoprì anche la carica di presidente durante la gestione proprietaria del finanziere Sergio Cragnotti e, nel 1997, coprì la doppia veste di presidente ed allenatore dopo l’esonero del tecnico boemo Zeman. Con 202 panchine, è l’allenatore biancoceleste con il maggior numero di presenze in competizioni ufficiali sulla panchina della squadra romana.

“La Lazio domani sera troverà un Napoli lanciato verso il titolo. La squadra di Pioli, complici i numerosi infortuni e le pesanti squalifiche, sulla carta non è la favorita, tuttavia, come già accaduto nel recente passato, può essere capace di tutto, anche di sovvertire il pronostico contro una grande squadra, sia in casa che in trasferta, sfoderando una prestazione maiuscola.”  Così Zoff parla di una Lazio in grado di stupire.

Poi dice la sua anche sulla delusione da parte dei tifosi riguardo al mercato: “Il club dovrebbe far parte di quel gruppo di squadre che si giocano l’ultimo posto valevole per la qualificazione alla Champions League, evidente qualche malessere unito alla mancanza di continuità hanno fatto sì che questo obiettivo svanisse. Al contrario, l’accesso che porta all’Europa League può rappresentare ancora un obiettivo alla portata, osservando la classifica il quinto posto non è proibitivo.” Infine uno sguardo al passato: “Certo è che capisco i tifosi laziali che, come all’epoca di Cragnotti, desiderebbero sognare. Con questa società, dal modo come la si gestisce, si capisce che difficilmente si punterà verso l’alto..”.



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