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Pioli: “Juventus, spogliatoio fantastico! So cosa vuol dire essere vincente”
E’ stata lunga l’intervista che ha rilasciato a GazzettaTV Stefano Pioli, tra il suo passato da giocatore e il presente da allenatore, finendo ovviamente col parlare della stagione scorsa, la prima, alla Lazio. “Volevo fare il giocatore e mi sono impegnato ancor di più per farmi strada nel mondo del calcio. Per arrivare ad un certo livello ci vuole determinazione e devi anche essere orgoglioso […] Era giusto giocarci il derby per entrare in Champions dalla porta principale. Poi è andata male, ma è quella la mentalità che ci vuole in quei momenti. Poi a Napoli abbiamo avuto il giusto premio. Vogliamo essere una squadra che punta sempre a vincere ogni partita”.
Ricordi di reduci dal Mondiale brasiliano: “Ricordo benissimo l’arrivo di Lucas e Miro. Ci raggiunsero quando eravamo in ritiro in Germania. Il rapporto tra i due è sempre stato di reciproca stima. Sono dei leader, dei punti di riferimento e sono stati subito accolti con il giusto entusiasmo. Si sono calati con grande umiltà in un gruppo che aveva già raggiunto un equilibrio. Se nel calcio riesci ad abbinare valori tecnici e morali allora puoi andare lontano”.
Momenti indimenticabili da giocatore, prima il Parma e poi la Juventus, tra Heysel e Coppa Intercontinentale: “Al Parma eravamo tanti giovani di grande prospettiva. La possibilità di giocare per la propria città e per la squadra per cui ho fatto sempre il tifo è stata una grande emozione, io che fino a qualche anno prima ero un ragazzo di curva. Poi un giorno mi dissero “domani fatti trovare al casello dell’autostrada che andiamo a firmare per l’Inter”. Poi al bivio Piacenza-Torino svoltammo. Pensai che avessimo sbagliato strada. Poi mi spiegarono che la Juve aveva offerto di più. Prima di arrivare a Torino dovetti subito tagliarmi i capelli […] Era uno spogliatoio fantastico. Il giovedì sera capitava di cenare con Gaetano e Dino Zoff. Ricevevi lezioni di vita straordinarie. Sono sempre stato un ragazzo educato e rispettoso, pur cercando di vincere. Scirea e Tardelli dicevano sempre “prova ad allenarti come fosse l’ultima volta che entri in campo”. Mi è rimasta per tutta la vita. Con umiltà bisogna cercare di essere ambiziosi. Heysel è un ricordo tragico, fui l’unico giocatore della Juve che era in tribuna perché infortunato quindi avevo visto gli incidenti anche se dallo stadio non sembravano così gravi. Non conoscevamo la gravità della situazione e i commissari UEFA ci obbligarono a giocare, anche il giro d’onore fu fatto per far rimanere i tifosi italiani all’interno dello stadio e far uscire quelli inglesi. Ma ci fu comunque un’atmosfera strana, non da finale di Champions. L’altro (l’Intercontinentale) è uno dei ricordi più belli che ho da calciatore, entrare al posto di Scirea è stato indimenticabile”.
Tornando al presente da allenatore, Pioli ha svelato alcuni retroscena dell’esonero a Palermo prima dell’inizio del campionato: “È stata una situazione particolare, ma malgrado l’esonero ho sempre avuto un rapporto diretto con Zamperini. Quando ha capito che le cose sarebbero andate diversamente, piuttosto che esonerarmi dopo tre giornate, ha preferito farlo subito per lasciarmi andare a cercar fortune altrove. Fu un mese difficile perchè il Palermo aveva da poco perso la finale con l’Inter in Coppa Italia e per via dell’Europa League iniziammo la preparazione molto presto. La squadra era stanca e molti volevano cambiare aria“.
E sul presente alla Lazio, sa bene i suoi obiettivi: “So cosa significa essere un allenatore vincente. Sono quelli che riescono ad ottenere il massimo con l’organico che hanno a disposizione. Se punti alla salvezza e riesci sempre a salvare la squadra allora sei una allenatore vincente, come è successo ad esempio a Colantuono negli anni a Bergamo o a Sarri ad Empoli. Alla Lazio siamo partiti il 7 luglio dell’anno scorso e come obiettivo ci siamo fissati quello di tornare in Europa. Non abbiamo mai alzato la testa da quel traguardo. Ora ci stiamo rendendo conto di quanto di buono abbiamo fatto: siamo riusciti a giocare un bel calcio, a far divertire i nostri tifosi e a far ritornare l’entusiasmo”.
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