Se si vuole criticare, bisogna avere cognizione di causa
Patti chiari, amicizia lunga: saremo impopolari e potremmo non piacervi, ma l’onestà intellettuale non ha un prezzo in termini di condivisioni e likes. Questa pagina nasce in contrapposizione alla gestione societaria di Claudio Lotito che continua ad essere contraddistinta da esclusivi pareggi di bilancio, numeri, considerazioni pratiche e scarso appeal. Ma se vogliamo che le critiche siano costruttive, se non vogliamo che cadano nel vorticoso chiacchiericcio da bar dello sport, cominciamo a comportarci da laziali: distintamente.
Chiariamoci: questa squadra è migliorabilissima; lo è la Juventus otto volte iridata, come potrebbe non esserlo la nostra? C’è da puntellare e rinforzare in tutti i reparti e i soldi spesi, in confronto ad altri, sono pochi. C’è però un piccolo particolare importante (insomma, piccolo si fa per dire) che non dovrebbe mai mancare in nessun team che ambisce ad un risultato qualunque, sia esso il più bramoso o il meno complicato da conseguire: l’intesa tra gli interpreti. Essa si costruisce con il lavoro meticoloso di tutti e, anzitutto, con il tempo, il quale si sa, è un gentiluomo, ma guai a vendere i prezzi pregiati di mercato in mercato. Avere in rosa gli stessi 4 o 5 uomini di livello superiore, un mister e un direttore tecnico presenti già da un po’ e che sappiano dar vita a un progetto tecnico è un fattore che scarseggia quasi ovunque. Il Barcellona ha una propria identità, un’ossatura di base che è la stessa da anni e dei senatori che si portano al successo l’un l’altro per mano, così come lo United di Sir Alex Ferguson e il Milan sacchiano; il PSG, di contro, ha miliardi e appeal, ma non ha programmazione, tradizione e gioco di squadra. Sulla sponda blue di Manchester, sebbene la Premier League raggiunta è un trofeo di gran lunga più ambito, il discorso è sostanzialmente analogo.
In casa Lazio, dunque, c’è un centrocampo collaudatissimo, un attacco che si regge sulle spalle di una coppia in via di affermazione definitiva e una difesa che, seppur ampiamente correggibile e stando all’ultima prova esibita al Ferraris di Genova, sembra aver trovato un certo collante di reparto. Valori importantissimi, fondamentali. Il tutto sotto gli attenti occhi di Simone Inzaghi, il quale ha dato come conditio sine qua non proprio una rosa di buon livello. Per chiunque abbia giocato anche il più amatoriale dei tornei di calcio, è d’obbligo riconoscere l’importanza cruciale dell’ affiatamento e del mla fiducia nel compagno. Olio di gomito da parte del mister, allenamento quotidiano ed esemplare da parte dei principali attori e sforzo societario nel trattenere i più forti: sono gli ingredienti che servono per togliersi qualche soddisfazione in più, che quest’anno forse non sembrano poi così lontane…
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