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Il nuovo acquisto della Lazio, Alessio Romagnoli, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Lazio Style Channel, spendendo parole “al miele” per tutto il mondo Lazio. Nel corso dell’intervista il centrale ex Milan si è espresso riguardo numerosi argomenti.

L’approdo alla Lazio: “Emozione più grande della mia vita in generale, non solo sportiva. Indossare questa maglia significa aver coronato il sogno che avevo sin da bambino”

La sua fede calcistica:Credo non ci sia nulla di male nell’esprimere pubblicamente la propria fede. Nonostante io abbia giocato per altre squadre nel corso degli anni, penso che se si dimostrano impegno per la squadra in cui si gioca e rispetto verso i tifosi, un giocatore può tranquillamente dichiarare la propria fede, proprio come ho fatto io nel corso degli anni.”

L’addio alla Roma: “Lasciare la Roma per me è stato un passo molto importante perchè mi sono trasferito in un grande club come il Milan e mi sono sentito più libero di esprimere il mio tifo.”

La foto con la maglia biancoceleste: “La maglia bandiera è una delle più belle della storia della Lazio e volevo immortalare quel momento.”

La maglia numero 13 e Nesta: “La numero 13 me la porto dietro da tanti anni. Il 13 è il mio numero in onore di Nesta che considero il difensore più forte di tutti i tempi. Nessuno sarà mai come lui perchè quello che lui ha rappresentato per la Lazio e per il Milan è stato irripetibile e indossare il suo numero è emozionante. Nesta è stato bravo a superare il trauma dell’addio alla Lazio e a vincere tutto con il Milan, resta però il dispiacere di esserselo goduto poco a Roma. Ho avuto la fortuna di conoscerlo ma in questi giorni non ci siamo sentiti.”

La prima volta allo stadio: ” Ero veramente piccolo credo fosse l’anno dello scudetto o poco prima, forse nel ’99. Non ricordo la prima partita contro quale squadra fosse perchè ero molto piccolo ma ricordo bene che mio padre mi portava spesso. Purtroppo nel giorno storico dello scudetto non riuscii ad andare perchè i biglietti erano introvabili ma me lo sono goduto da casa.”

L’inno: “Ogni volta che venivo a giocare all’olimpico mi alzavo la felpa sopra il naso e cantavo l’inno”

La non-esultanza in Coppa Italia: “Dopo il rigore in Coppa Italia contro la Lazio decisi di non esultare per rispetto verso i miei ideali e la mia fede… è un qualcosa che va oltre, non ci sarei mai riuscito. Ho sempre rispettato questa fede e questa maglia e mi è venuto naturale non esultare.”

I nuovi compagni: “Ciro e Danilo mi hanno massacrato di chiamate durante la trattativa con la Lazio.”

Milan e Lazio: “Era secondo me giusto per la mia carriera fare un percorso di crescita a Milano, la società infatti stava crescendo e stavamo facendo bene. Ogni volta che venivo a Roma a giocare parlavo con Igli (Tare) dopo la partita riguardo un possibile approdo alla Lazio. Giocare qui infatti era il mio sogno ma non volevo andare troppo in là con gli anni.”

L’emozione più bella: “L’emozione più bella è stata lo striscione mostrato dalla Curva Nord in un Lazio Milan di Coppa Italia. Per me ha significato tanto poichè ero ancora un avversario ma pur sempre un tifoso laziale.”



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