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Salas: “Alla Lazio gli anni migliori della mia carriera. Al derby non conta chi è più forte”
Parla Salas: passato e presente, passando per il derby
Marcelo Salas è un altro giocatore che alla Lazio ha lasciato il cuore. Arrivato al posto di Ronaldo nell’estate del 1998, per tre splendidi anni ha indossato la casacca biancoceleste. A Roma ha passato gli anni migliori della sua carriera, collezionando trofei e record personali. Con la Lazio ha vinto 2 Supercoppe italiane, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea (segnando proprio la rete decisiva contro il Manchester United), uno Scudetto e una Coppa Italia. In totale ha realizzato 48 reti in 117 partite con la prima squadra della capitale. Ai microfoni di Radio Olympia l’unico e inimitabile Matador ha parlato del derby di domenica, raccontando un interessante retroscena: “L’ultima volta che sono venuto a Roma a vedere il derby la Lazio ha vinto, era la vittoria del 2009 la Lazio di Delio Rossi vinse per 4 a 2 con un grandissimo goal di Zarate. Stavolta non potrò esserci ma spero che la Lazio riesca a vincere. Ai tifosi dico di stare tranquilli andrà bene, nel derby non conta chi arriva meglio o peggio ne chi è più forte, ci sono troppe variabili da considerare. E’ troppo importante per i tifosi, per la società e per tutto l’ambiente. Nel derby c’è sempre tanto nervosismo e non sempre si riesce a giocare bene, può succedere che un attaccante abbia poche occasioni, poi nell’unica palla buona riesca a decidere la partita.”
Salas non ha dimenticato i suoi anni in biancoceleste e ha dichiarato: “Sono sempre legato alla Lazio, le mie figlie sono nate a Roma, abbiamo vinto tanto con la maglia biancoceleste e sono ancora molto legato ai tifosi e a quei ricordi. L’ultima volta che sono venuto a Roma i tifosi mi fermano ancora per farsi una foto, firmare autografi e salutarmi. Tutto questo mi emoziona molto“.
Poi un ricordo da calciatore sulla stracittadina: “Il derby è vissuto in modo speciale, ancor più della partita sono i giorni che lo precedono e quelli dopo che lo rendono unico. E’ una partita diversa dalle altre, si può vincerla in ogni modo. Non conta molto l’allenamento settimanale, è più importante la testa, arrivarci con la giusta tranquillità e concentrazione è un vantaggio che ti permette di sfruttare gli errori dell’avversario”.
Sulla sua carriera in generale in Italia, dove ha giocato anche con la Juventus: “I migliori anni della mia carriera sono stati quelli alla Lazio. Alla Juventus non sono riuscito a ripetermi, per un infortunio iniziale e delle difficoltà dopo”.
Quel goal alManchester United nella notte di Montecarlo è il punto più alto raggiunto dalla storia della Lazio: “Il gol nella notte della supercoppa a Manchester è indimenticabile, non iniziò bene per me la partita. Qualche diverbio con Eriksson e iniziai dalla panchina, poi l’infortunio di Inzaghi, entro, segno e vinciamo la coppa. Poi ce ne sono altri di momenti che sono stati belli, ricordo quello a Milano quando giocai con un piede rotto.
Ma Salas non era l’unico fuoriclasse, quella squadra era fortissima: “In quella Lazio ho giocato con tanti campioni, Vieri, Nedved e molti altri ma Nesta era impressionante, strepitoso. In allenamento era sempre il migliore, lavorava più di tutti gli altri sempre con serietà e professionalità e poi in campo era fortissimo, il migliore. L’acquisto più importante credo sia stato quello di Vieri, con lui facevamo una grande coppia, abbiamo fatto tanti gol e ci trovavamo benissimo. Fu un grandissimo acquisto in quegli anni, uno dei più importanti in assoluto.
Poi uno sguardo al presente e al suo attuale impegno: “Adesso sono presidente del Temuco. Cerco di pensare ancora da calciatore, quindi ho un buon rapporto con tutta la squadra. Il mio erede? Non so chi sia il giocatore che mi somiglia di più, però mi piace molto Aguero. Io vedo i movimenti di un attaccante e non solo se segna o no e lui è uno dei migliori“.
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