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Sergej piega il Chievo, Lazio corsara a Verona
Sembrava tutto avviato verso il secondo deludente pareggio in campionato, ci si iniziava a chiedere se l’impresa in Supercoppa fosse stata semplicemente un’illusione quando all’improvviso a togliere le castagne dal fuoco ci ha pensato Milinkovic, probabilmente il giocatore dal tasso tecnico più elevato. Lo ha fatto sullo scadere, facendo impazzire tutta la Roma biancoceleste, con uno splendido diagonale dai venti metri che sa di liberazione e che permette ad Inzaghi di guadagnarsi la prima vittoria in campionato.
La veste tattica è quella ammirata contro la Juventus, Leiva si riprende il centrocampo alla prima apparizione in Serie A mentre Sergej e Luis Alberto creano gioco alle spalle di Immobile. La Lazio parte forte, viaggia spedita e impone subito il proprio ritmo alla partita. Il vantaggio matura dopo dieci minuti quando l’ex Liverpool trova un Immobile che, approfittando dell’uscita rivedibile di Sorrentino, porta i capitolini avanti. L’inerzia della partita continua ad essere la stessa ancora per un paio di minuti, il Chievo sembra alle corde ma in realtà è solo un’impressione. Già, perchè col passare dei minuti l’intensità dei ragazzi di Maran cresce, aumenta, e diventano pericolosi. Se il gol del vantaggio era arrivato dopo un errore di Sorrentino, quello del pareggio è frutto di una sfortunata deviazione di De Vrij che inganna l’intero reparto difensivo e permette a Pucciarelli di ristabilire il parziale iniziale. Si va dunque a riposo sull’1-1.
Nella ripresa la partita diventa particolarmente godibile, gli schemi saltano e le squadre si divertono e fanno divertire: entrambe danno sensazione di avere nelle corde il gol del sorpasso, prima Strakosha fa gli straordinari su Birsa, poi Immobile sciupa un paio di buone occasioni. I cambi non hanno l’effetto sperato, così scende in cattedra Milinkovic che in un paio di minuti giustifica le attenzioni che mezza Europa ha nei suoi confronti: decide che è giunta l’ora di spaccare la partita, prima apparecchia dei palloni che i compagni non sfruttano a dovere, poi decide la partita alla sua maniera. Con un tiro preciso verso l’angolino che sgancia tutta la panchina in campo. Sul più bello, quando forse si aveva anche smesso di crederci. Una vittoria importante per la classifica (dove le big continuano a vincere) ma anche e soprattutto per il morale, per una squadra che ha ancora delle lacune che si spera saranno colmate negli ultimi giorni di mercato ma che nel frattempo tiene corda, volando sui piedi di quello che è il suo miglior giocatore.
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