Virginia Raggi è stata ospite alla trasmissione di Giletti. Dopo varie domande non si poteva non chiederle dello Stadio della Roma e del marcio che sta uscendo fuori tra tangenti e corruzioni.

“Lo stadio nasce con una delibera della giunta Marino, nel 2014. La delibera prevede la colata di un milione di metri cubi di cemento su Roma di cui solo il 14% destinato allo stadio, il resto è un business park. Noi ci scagliammo contro quella proposta  e abbiamo fatto un esposto in Procura contro quella delibera, che però è stato archiviato perché gli elementi che abbiamo provato a portare non erano sufficienti. Noi non volevamo fare quel tipo di stadio. Quando ci siamo seduti l’ex assessore all’urbanistica Berdini per prima cosa ha attivato, senza la richiesta di nessuno, il processo per la conferenza dei servizi, sostanzialmente per arrivare più velocemente alla conclusione del procedimento dello stadio. Se non l’avesse fatto, oggi non staremmo qui a parlarne. Poi lui non si è attivato per chiedere pareri all’avvocatura, tipo se la delibera di Marino poteva essere annullata o ci fossero dei requisiti per farla cadere”.

Stadio si o stadio no?

“Io ho chiesto una serie di pareri all’avvocatura per riuscire a trovare un appiglio per smontare la delibera di Marino. Questo appiglio di fatto l’avvocatura non ce l’ha dato, per cui se non fossimo andati avanti il Comune di Roma sarebbe stato soggetto di richieste risarcitorie da parte dei proponenti. A quel punto tra tenere un milione di metri cubi e cercare di lavorare il più possibile per diminuire la cubatura, abbiamo preferito la seconda strada. Io ho rifatto una due diligence, una verifica sul procedimento e, alla luce di quanto avvenuto, ne sto facendo fare un’altra. Allo stesso tempo non posso sottoporre Roma Capitale a un danno erariale”.



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