Tante soddisfazioni in casa Lazio, dopo la vittoria della Coppa Italia in finale contro la Roma, arriva lo scudetto della Primavera. Ai microfoni di Lazio Style Radio 100.7 parla il ds Igli Tare.
Ieri il trionfo della Primavera, il 26 maggio la vittoria della Coppa Italia, che stagione è stata? E’ stata tutto sommato una annata positiva, con alti e bassi, ma più alti. Questa è la fase per creare una base per il futuro, siamo in piena programmazione, questo è un processo che è nato da 2-3 anni e darà i suoi frutti strada facendo con la crescita di giovani promettenti, con gli acquisti di giocatori di valore.
Quanto è stato contento di vedere i ragazzi della Primavera alzare questo trofeo? Mi fa piacere, perchè lo scorso anno dopo la partita persa con l’Inter io parlai con la squadra e gli feci i complimenti per la partita e dissi che l’anno dopo saremmo tornati per vincerlo questo tricolore e così è stato. Una vittoria frutto del lavoro importante di un gruppo compatto, la squadra più giovane d’Italia, questo vuol dire che ci sono basi per i prossimi anni. La giusta ricompensa per un lavoro iniziato tre anni fa, con la programmazione di far giocare giocatori sotto età e di prospettiva, con il giusto mix tra giovani e più esperti in Primavera. Questo è solo l’inizio di un percorso importante. Rispetto a tante squadre che sono arrivate in finale, la Lazio lo scorso anno aveva 7/11 provenienti dal nostro settore giovanile e lo stesso quest’anno 6/11, la cosa fondamentale ora è restare con i piedi per terra. Il progetto futuro è che tutto il settore giovanile si possa allenare a Formello, con la creazione di un Academy con la foresteria, la scuole e una clinica dove verranno seguiti tutti i giocatori della Lazio, sarà un progetto importante e utile per lo sviluppo di una società che vuole competere in alto. Tanti complimenti vanno fatti ad Alberto Bollini che in 3 anni ha centrato per tre volte le Final Eight e per due la finale vincendone una, il suo lavoro è stato fondamentale.
Un passo indietro, a quel 26 maggio una coppa alzata al cielo, quali sono state le sue emozioni da direttore sportivo? Non era un derby semplice, non una partita come tutte, questa era sportivamente parlando una guerra e noi l’abbiamo vinta. Con questa coppa abbiamo raggiunto qualcosa di importante, i ragazzi si sono resi conto solo dopo di essere entrati nella storia della Lazio. Più passano i giorni e più ti rendi conto di cosa abbiamo fatto, questa vittoria è stata anche l’opportunità di dare continuità a quello che abbiamo creato negli anni. Perdere sarebbe stata un’ingiustizia perchè non ci scordiamo che in Europa siamo stati l’unica squadra imbattuta e dentro di me sapevo di poter raggiungere qualcosa di importante. In Europa League abbiamo dominato ovunque presentandoci da squadra che voleva vincere, questa mentalità la dobbiamo avere anche in campionato, una squadra come la Lazio ha l’obbligo di lottare per posizioni di testa. Per arrivare a questo abbiamo bisogno di una piazza che riesca a capire finalmente che il lavoro svolto dalla società è importante, basato su una programmazione, perchè solo quando una società programma in maniera seria non mettendo davanti il singolo ma il gruppo ci sono i presupposti per vincere cose importanti. Il nostro scudetto è creare una società solida con obiettivi ben precisi. E’ fondamentale presentarsi allo stadio in massa, non come in alcuni casi quest’anno in partite chiave con 28mila spettatori allo stadio, il sostegno è importante. Vanno ringraziati di cuore, tutti quei tifosi che sempre e ovunque tifano Lazio, ma vanno sensibilizzati anche altri e devono capire che dobbiamo portare quel senso di appartenenza fondamentale, questa è una maglia che ha un peso importante. Sono rimasto colpito nel derby quando la curva era tutta biancoceleste, questo deve accadere tutte le domeniche perchè i tifosi della Lazio ci sono ed hanno bisogno di segnali e per questo è obbligo nostro lavorare per loro e farli sentire partecipi nel progetto.
Il mercato impazza, ci sarà un miglioramento della rosa anche dal punto di vista dell’età? C’è tanta carne al fuoco in tempi di mercato, il problema è che il 99% di tutto quello che si dice non è vero, come non era vero di Mavraj, sono tutte leggende metropolitane che escono quotidianamente. Il centrale di difesa albanese è un calciatore fantastico, a me piace tanto perchè ha grande esperienza, ma non è stato contattato dalla Lazio perchè noi sappiamo bene cosa dobbiamo fare. Se io vado un giorno in Albania non è detto che ci vada per mercato, io li ho la famiglia, ho anche il diritto di fare viaggi al di la del lavoro. Aggiungeremo alla rosa intorno ai 4-5 nuovi acquisti e stiamo lavorando per questo, al momento giusto diremo tutto. Non ho viaggi previsti ad esempio per in Brasile, io posso andarci anche per vedere la Confederation Cup, le cose che dobbiamo fare le sappiamo bene, ma se da un momento all’altro le cose possono cambiare sono anche disposto ad andarci. Il Brasile è un paese che mi piace e ci torno volentieri, ma quando vai per lavoro vedi e vivi poco le bellezze del paese. Al di la del numero degli acquisti, questi devono essere funzionali al progetto non solo del futuro ma anche tecnico, perchè ci deve essere un misto tra esperienza e giovani che possono crescere senza avere la pressione e la tensione di una piazza come Roma. Come Brayan Perea che è un giocatore che può diventare senza mettere troppa pressione una sorpresa del campionato italiano, per le caratteristiche che ha, ma anche in questo caso dobbiamo essere tutti bravi a non fare gli errori del passato che dopo due presenze siamo tutti li a giudicarlo. Questi sono giovani che vengono da realtà diverse con idee diverse, la cosa fondamentale sarà dare a lui l’accoglienza giusta per farlo crescere senza il timore e la fretta.
I tifosi chiedono alla dirigenza di comunicare di più con la tifoseria che ne pensa? Noi vogliamo e lo facciamo volentieri, perchè è fondamentale, l’importante è capire poi quanto la gente vuole sentire quello che diciamo. Non a caso è stata creata la televisione e la radio perchè sono mezzi di comunicazione con i tifosi. Sono il tempo e i fatti che ti fanno raccontare alla gente, c’è molto da migliorare ancora, anche sotto il punto di vista della comunicazione ma negli ultimi anni sono stati fatti passi importanti.
Visti i risultati c’è qualche ragazzo della Primavera che sarà aggregato alla prima squadra? Si certo, così sarà tre – quattro elementi andranno in ritiro con la prima squadra. Ci sarà un gruppo il prossimo anno che avrà tanti giocatori di prospettiva. Tanti della Primavera avranno l’opportunità di calcare terreni importanti.
Igli Tare ha mai pensato di allenare? Onestamente si, il mio sogno è quello di tutti i miei connazionali allenare la Nazionale Albanese, è il nostro orgoglio. Un giorno se questo sogno si avvererà lo vorrei fare, perchè è la nostra patria e per quella darei la mia vita.
Sul mercato c’è un nuovo Burak Yilmaz e può far comodo Mario Gomez? Si, c’è qualcuno come Yilmaz, su Gomez non credo verrà mai in Italia, sono leggende metropolitane messe in piedi per infiammare il mercato estivo, sono quasi sicuro. Chi fa l’operatore di mercato conosce bene molte cose e le legge con un bel sorriso, perchè sa la fine di queste leggende. Dobbiamo essere seri nei confronti della nostra gente, io sono del parere che il campione non va comprato a prezzo molto alto, il campione va creato in casa e i presupposti per farlo ci sono”.
LALAZIOSIAMONOI
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