La notizia tanto attesa è stata confermata dal diretto interessato. Il faccia a faccia con Lotito è avvenuto e non è bastato mettere sul piatto Parolo. Eddy Reja è stanco e deluso, se fosse stata centrata l’Europa magari aveva un stimolo il più per proseguire il cammino in biancoceleste. Ecco le dichiarazioni dell’ormai ex allenatore della Lazio ai microfoni di Lazio Style:
“Alla fine del campionato, quando ci siamo salutati, mi aveva rinnovato stima e fiducia. Io ho detto che avevo l’impressione che il rapporto fosse chiuso, era giusto cambiare ed è giusto che cambi allenatore, per avere nuovi stimoli. La situazione ambientale così non può continuare, bisogna trovare il sistema giusto per ritrovare entusiasmo. Mi pare che il club stia operando nel modo giusto, Lotito e Tare volevano che rimanessi, ma gli ho detto che ritenevo chiusa la mia esperienza qui. Devo molto alla Lazio, ci sono state anche critiche come giusto che sia. Nell’ultimo periodo abbiamo fatto buoni risultati, ma non abbiamo centrato l’Europa. Ho avuto una forte delusione, se l’avessimo centrato magari le mie considerazioni sarebbero state diverse. Sarebbe bastato vincere col Torino. Ci sarebbe stato un altro scenario, diversi giocatori avrebbero avuto più interesse a venire a Roma. Non che questo non possa avvenire anche adesso, la società sta operando. Con Lotito e Tare ci tenevamo in contatto quotidianamente. Ora è finito un ciclo e bisogna iniziarne un altro. Ho l’impressione che Lotito voglia fare benissimo, questo è l’unico modo per riavere entusiasmo. Vedere lo stadio vuoto fa male al cuore, conoscendo la passione dei laziali. C’è gente che malvolentieri non veniva allo stadio Le mie riflessioni sono state legate anche a questa situazione, perché bisogna ridare nuova linfa. Adesso magari tanti giocatori si sentiranno messi in discussione (ride ndr). Il calciatore ha bisogno del supporto della gente, è chiaro che qualche cosa è venuta meno. Comunque il rendimento è sempre stato positivo, magari qualcosa in più poteva venire fuori. Sono stato criticato per le mie posizioni, ma ho sempre fatto interviste normali, mai contro la tifoseria. Ora bisogna ricreare lo spirito giusto, la gente deve riavvicinarsi alla squadra. Ora la società deve trovare il modo di riavvicinare i tifosi nel modo di operare, di esporsi, di far partecipare gli stessi sostenitori. Se non alleni a Roma, non puoi dire di essere allenatore. E’ stata un’esperienza straordinaria, non hai mai un momento di pace, non puoi sbagliare nulla. Da questa esperienza vengo fuori più temprato, è stato più probante rispetto a quella di Napoli. Ho sempre guardato con simpatia alla Lazio, anche quando c’era Petkovic. Mi piacerebbe che ritornasse l’entusiasmo tipico dei derby, quando con me ne abbiamo vinti due. Quello fu il picco più alto, vorrei che tornasse quel clima”.
Prosegue Reja: “Il mio primo anno è stato particolare, difficile. L’anno successivo è stato bello, una cavalcata fermata solo dalla differenza reti con l’Udinese. Arrivare in Champions è sempre stata la mia più grande ambizione, rimarrà la mia delusione più grande. Col presidente ieri ci siamo lasciati, abbiamo strappato anche questo accordo perché io non vivo di contratti. Ringrazio chi mi ha comunicato la speranza che io restassi. Ma ora è giusto rinnovare, non solo la squadra ma anche il tecnico. Avrò sempre affetto nei confronti della Lazio, del presidente. Spero di aver fatto bene. Mi dispiace per chi non ha avuto molta riconoscenza nei miei confronti, mentre ringrazia chi mi ha dimostrato affetto. Tutte le cose, anche quelle belle, sono destinate a finire. Saluto tutti i tifosi laziali, grazie per l’affetto”.
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