viniciusTi aspetti che a Roma sbarchi Anderson, invece ti svegli e scopri che a Fiumicio è arrivato Vinícius de Freitas Ribeiro. Nome esotico, passaporto brasiliano (unito a quello preziosissimo da comunitario) e poco altro. Si perché si sa poco, pochissimo del nuovo acquisto della Lazio, di questo ragazzo di 20 anni che si è svincolato pochi giorni fa a parametro zero dal Cruzeiro di Belo Horizonte che lo ha cancellato immediatamente dal suo sito. Si fa addirittura fatica a trovare qualcosa su Google su di lui, se non che è alto quasi 180 centimetri e che gioca “volante”, in quel ruolo che in Brasile è una via di mezzo tra il terzino e il laterale di centrocampo. Quello che si sa per certo è che gioca a sinistra e che è stato preso per tappare quel buco che si era creato dopo la cessione di Kolarov al Manchester City. La Lazio voleva corpirlo con Hysaj dell’Empoli, ma davanti alla richiesta di 3 milioni di euro della società toscana ha deciso di pescare all’estero e a costo zero.

Come Kolarov quando sbarcò a Roma, ma come Lulic, Lichtsteiner e tanti altri, anche lui è una scommessa. E il fatto che sia una scommessa a costo zero depone comunque a suo favore, comunque vadano le cose. In tempi di crisi, bisogna fare di necessità virtù, quindi ben vengano scommesse a parametro zero come Vinícius de Freitas Ribeiro o come Diego Novaretti. Semmai a preoccupare o a lasciare almeno a primo acchitto perplessi sono i 3,6 milioni di euro spesi per Perea, soprattutto dopo averlo visto all’opera (si fa per dire) nel Mondiale Under 20 in corso di svolgimento in Turchia. Un’operazione che ricorda molto quella di Barreto o per non andare troppo lontano quella che un anno e mezzo fa ha portato Alfaro nella Capitale, attaccante misterioso rispedito al mittente anche dagli arabi dopo un anno di prestito.

Ma Vinícius de Freitas Ribeiro non può e non deve pagare gli errori del passato. Lui, come Novaretti, Anderson e Perea, merita di essere giudicato in campo, perché nessuno li conosce, nessuno sa se potranno essere o no per la Lazio un valore aggiunto. L’unica certezza di questo mercato è e resta Lucas Biglia, che non è un fuoriclasse ma che ha dimostrato di essere un giocatore in grado di fare la differenza in Europa. E’ chiaro, il Belgio e l’Anderlecht non sono l’Italia e la Lazio, ma uno non fa parte per caso della rosa della Nazionale argentina e non colleziona quasi 60 presenze nelle coppe europee. Quello che è certo, è che la Lazio che sta nascendo desta molta curiosità. Le scommesse sono tante, alcune (Anderson e Perea) anche rischiose dal punto di vista economico, ma questo è quello che passa il convento. E anche se serviva altro, soprattutto gente in grado di fare da subito la differenza, va bene così. A patto di mettere in organico una punta “vera” in grado di dare il cambio a Klose e, soprattutto, di non perdere pezzi importanti, a partire da Hernanes, Marchetti e Lulic. Altrimenti, si torna al punto di partenza, oppure ancora più giù…

GIORGIO CERRI



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