L’ex Biancoceleste Vincenzo Mirra è intervenuto ai microfoni laziali sulla questione allenatore in casa Lazio:
“Ventura e Prandelli sono due nomi importanti sulla bocca di tutti. Dove si va, si va bene. Credo che Prandelli sia la persona più vicina alla Lazio.
Speriamo che questi due nomi importanti siano una base di partenza per le linee guida del mercato. Prandelli comporta un modulo che sviluppa più assetti, Ventura ha un assetto più delineato. Soprattutto per i movimenti di mercato, la scelta ora è fondamentale.
La cosa fondamentale è il confronto con l’allenatore che è determinante per le scelte future.
Sono due allenatori che sanno e conoscono il calcio, sanno tirar fuori il meglio da parte dei calciatori per poi mettere il modulo di gioco.
Mi auguro che Ventura vada in nazionale oggi è quello più vicino. Sarei contento che venisse Prandelli alla Lazio, è una persona giusta ed equilibrata per l’ambiente. Un ambiente difficile, possono aiutare sia la gestione vecchia che la gestione futura.
Lo scatto mentale è importante per ripartire, un allenatore importante come Prandelli ha dimostrato di poter far rendere al massimo tutti i giocatori che ha a disposizione, rigenerando chi sembrava finito.
L’esperienza lo aiuterà nella gestione della piazza di Roma.
Come abbiamo detto la scorsa stagione, l’entusiasmo è quello che lo fa da padrone. La squadra quest’anno è andata male perché si è depressa. Un allenatore che sa gestire questi momenti è determinante. Non me ne voglia Inzaghi che ha fatto benissimo quest’anno.
Gli allenatori italiani sono i più preparati, grandi professionisti riconosciuti a livello mondiale. Non bisogna andare troppo distanti, su Roma l’ingresso di Spalletti ha dato valore aggiunto ad una società depressa. Allenatori stranieri che possono dare qualcosa in più ci sono, ma probabilmente sono cose già date dagli allenatori italiani.
Sarei all’Empoli ha fatto benissimo, idem in una piazza come Napoli. Gli italiani sono sempre, a prescindere i più bravi di tutti.
La scelta tattica di una squadra va a prescindere dai giocatori. Secondo me Prandelli ci ha insegnato che è duttile nei vari moduli, a seconda del giocatore si adatta. Se facciamo riferimento a Felipe Anderson e keita, in questo caso hai l’obbligo di giocare con i due esterni. Felipe può giocare dietro le due punte anche. Nell’arco di un campionato potrebbe esserci anche la crescita di un giocatore che cambia ed esplode in un altro ruolo. Ormai gli allenatori sono talmente preparati che quando il calciatore si concede alla volontà del tecnico, secondo me può diventare il valore aggiunto”.
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